Giornata di sciopero per le sigle della ristorazione e della Grande distribuzione. Problemi con la spesa
Non è un momento facile per l’Italia. Prima la pandemia e poi il conflitto in Ucraina con il conseguente grosso problema energetico stanno condizionando l’economia. Già l’arrivo del virus ha destabilizzato diversi comparti. Le chiusure delle attività hanno provocato scossoni che in tanti non hanno retto, arrivando alla chiusura, mentre altri cercano a fatica di trovare un nuovo equilibrio.
La guerra ha poi dato una ulteriore spinta all’inflazione già in corso alla ripresa dei consumi dopo il primo anno di pandemia. Gli aumenti del costo della vita stanno facendo emergere in maniera più incisiva problematiche sociali di diversi comparti e settori già esistenti. Il Governo viene letteralmente tirato per la giacca da più fronti.
Sciopero dei ticket, il caso
L’ultima criticità riguarda il settore della ristorazione e alimentare. In particolare, oggi diversi supermercati e ristoratori non accetteranno i pagamenti in buoni pasto, ossia in ticket. E’ in corso una protesta sollevata dalle principali sigle di ristorazione e dalla Grande distribuzione.
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Il problema è legato ai costi del servizio che rende quasi vano quanto reso. E così, Ancd Conad, ANCC Coop, Federdistribuzione, FIEPeT-Confesercenti, Fida e Fipe-Confcommercio, principali associazioni di categoria aderenti, hanno incrociato le braccia per la giornata del 15 giugno. Si tratta di “un’azione drastica resasi necessaria per chiedere con urgenza al Governo una riforma radicale del sistema dei buoni pasto con l’obiettivo di salvaguardare un servizio importante per milioni di lavoratori e renderlo economicamente sostenibile”, si legge in una nota di Federdistribuzione.
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Denunciano sostanzialmente delle commissioni troppo alte. Il Presidente di Federdistribuzione Alberto Frausin, è stato chiaro ai microfoni di la Repubblica: “In Italia abbiamo commissioni non eque, le più alte d’Europa. Parliamo del 20% del valore nominale di ogni buono. È un meccanismo influenzato enormemente dagli sconti ottenuti dalla Consip nelle gare indette con la logica del massimo ribasso”, conclude il presidente. Intanto, sul fronte dei consumatori, l’Unione nazionale dei consumatori si oppone alla protesta.