A seguito del recente sciopero legato proprio ai buoni pasto, Altroconsumo propone al Governo una modifica legislativa per inserirli in busta paga, evitando così che gli esercenti che li accettino smettano di farlo.
Chi decide di accettare i buoni pasto come forma di pagamento nella ristorazione ma anche nei supermercati decide di perdere una parte di ciò che incassa a causa delle commissioni. Come sottolineato dal comunicato presente sul sito ufficiale dell’associazione dei consumatori, queste commissioni sono comprese spesso tra il 10% e il 20% del valore del buono pasto. Una cifra che i commercianti non sembrano più disposti a vedersi togliere dai rendiconti di cassa.
Altroconsumo ricorda anche che nel nostro Paese ci sono almeno 3 milioni di lavoratori che utilizzano i buoni pasto e tantissimi li usano non solo per pagare il pranzo della pausa ma anche per fare la spesa alimentare. La crisi in cui ci troviamo invischiati, che ha portato ad aumenti vertiginosi dei prezzi senza una corrispondente aumentata capacità di spesa delle famiglie, ha trasformato molti buoni pasto in succedanei del denaro contante in cassa. Un denaro che però, proprio a causa delle commissioni, rischia di non nessere più accettato e quindi utilizzabile.
Da qui la proposta dell’associazione di cambiare la normativa in modo tale che le aziende possano versare il corrispettivo dei buoni pasto direttamente in busta paga ai propri lavoratori senza però eliminare le agevolazioni fiscali derivanti dall’utilizzo dei buoni pasto. Una soluzione che può aumentare anche “il reddito disponibile dei dipendenti“, dato che “lo Stato, infatti, concede vantaggi fiscali alle aziende che li acquistano, permettendo loro di dedurre l’intero importo dal totale su cui si pagano Ires e Irap”.
Nello specifico, quello che l’associazione chiede è di modificare l’articolo “Art. 51 comma 2 lettera c del Testo unico delle imposte sui redditi (dpr 917/1986)“. La modifica renderebbe non tassabili i buoni pasto “fino almeno ad 8 euro al giorno” anche se l’associazione sottolinea che andrebbe anzi innalzato il limite a 10 euro. Della bontà della proposta è convinto Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo soprattutto perchè ci sarebbe così un aumento del “denaro disponibile in busta paga” ma senza andare ad aumentare la tassazione e anzi riducendo gli obblighi per le società.