Nel 2023, la rivalutazione maggiorerà il trattamento pensionistico “grazie” all’effetto dell’inflazione che stiamo vivendo. Di cosa si tratta
Per gli anziani d’Italia l’appuntamento con la pensione è ancora lontano ma sin d’ora, dagli ambienti previdenziali, vengono rese note alcune interessanti novità che chiamano in causa proprio i primi. Oggigiorno, la galoppante inflazione sta livellando il potere di acquisto dei lavoratori più esposti e dei pensionanti – appunto – economicamente deboli, causando serie difficoltà nell’accesso anche ai beni necessari e inducendo a scelte drammatiche.
L’aumento dei prezzi e delle tariffe dei beni a consumo produce l’innalzamento della percentuale dell’indice dei beni di consumo che ogni anno è stabilita dall’ISTAT. Paradossalmente quando l’inflazione sale, essa stessa finisce per sostenere positivamente la rivalutazione degli importi che verranno erogati nel corso dei successivi dodici mesi. Pertanto le cifre pensionistiche messe a disposizione dei percettori, riflettono il costo del tenore di vita che è andato stimandosi.
Pensioni, ecco quanto varranno le pensioni grazie all’indice ISTAT
All’inizio dell’anno (quello successivo alla rivalutazione prodotta), le pensioni vengono adeguate tramite una maggiorazione derivata da una percentuale dell’indice di tipo previsionale, che viene confermata e modificata dalla formulazione del tasso definitivo nel corso dei mesi seguenti. Ciò si tradurrà nell’erogazione a venire di importi maggiorati, ma anche dei relativi arretrati.
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L’adeguamento ISTAT è reso possibile grazie al principio che regola il sistema della perequazione, atto a ricondurre il contributo pensionistico al costo della vita, secondo una stima che può essere sia positiva che negativa. Ma grazie all’incremento provvisorio, registrato all’inizio del 2022, pari all’1,7%, e al successivo innalzamento della percentuale all’1,9%, dal prossimo gennaio verrà dunque accreditato l’esito del conguaglio con i relativi arretrati.
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Nello stesso mese, a gennaio, si verificherà ulteriormente la rivalutazione delle pensioni, in considerazione del livello inflazionistico avuto l’anno precedente. Si parla di una variazione che secondo la Banca Centrale Europea equivale ad un aumento del 6,8%, dietro il quale si celerebbero maggiorazioni senza precedenti: significa, ad esempio, intascare 68 euro se si percepisse una pensione di 1.000 euro.