Gli editori di giornalismo web devono ricevere equo compenso dalle piattaforme: Agcom avvia consultazione

Con un comunicato ufficiale AGCOM ha reso noto la volontà di avviare una consultazione pubblica che ha come tema l’equo compenso delle pubblicazioni giornalistiche in rete

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Notizie online (foto Unsplash)

Il decreto legislativo numero 177 del 2021 ha trasformato in norma del nostro ordinamento l’articolo 15 della direttiva UE sul copyright, ovvero la norma Ue 2019/790, e come si legge nel comunicato questa normativa sul copyright ha il compito di “affrontare la questione dell’equa distribuzione del valore” economico che si genera quando le piattaforme che veicolano contenuti online sfruttano le pubblicazioni di carattere giornalistico prodotte dagli editori che sono titolari proprio del diritto al copyright.

La consultazione, che si è avviata ufficialmente il 16 giugno ed è aperta per 30 giorni, permetterà all’Autorità “di acquisire gli elementi di dettaglio” che andranno a raffinare quello che è già un modello che l’Autorità stessa nel comunicato stampa sottolinea di aver tracciato nella sua struttura generale. Lo scopo della consultazione è quello quindi di trovare un modello che sia quanto più possibile efficace per determinare proprio questo equo compenso, che prenda in considerazione i “contrapposti interessi in gioco“.

Finora l’editoria online e lo sfruttamento da parte dei portali e delle piattaforme che gestiscono i contenuti non era stata in alcun modo sostanzialmente esaminata dal punto di vista dei compensi. È interessante esaminare nel comunicato stampa proprio il paragrafo con cui AGCOM descrive il modello di base che poi andrà implementato con le informazioni che arriveranno dalla consultazione.

Innanzitutto si sottolinea come l’Autorità si sia rifatta all’articolo 43 bis della legge sul diritto d’autore, con una distinzione tra “i prestatori di servizi e le imprese di media monitoring e rassegna stampa” sulla base di quelle che sono definite come differenze strutturali che identificano i diversi servizi offerti.

Quello che l’Autorità vuole fare è riuscire ad avere un metodo, la consultazione, che riesca a “incentivare accordi tra editori e prestatori” e questi accordi dovranno seguire criteri di “ragionevolezza e proporzionalità” . Oltre a questi criteri l’ispirazione deve venire anche dalle “pratiche commerciali e ai modelli di business adottati dal mercato“.

Per quello che riguarda l’editoria online si tratta di un passo avanti innegabile, soprattutto alla luce dei cambiamenti che il panorama dell’informazione generale sta subendo con una sempre più massiccia presenza di giornalisti che operano non sui canali tradizionali della carta stampata ma non per questo producono informazione di valore inferiore.

Gli accordi possibili quindi tra editori e chi si occupa di aggregare, esaminare e ridistribuire le notizie e anche gli accordi possibili con chi le notizie le crea devono tenere conto dei cambiamenti che sono in atto nella società e evitare che si continui a perpetrare il principio che l’informazione online è una informazione di serie B rispetto a quella della carta stampata e dei principali mezzi di comunicazione radiotelevisivi.

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