Come intervenire sui condizionatori e quando questi rischiano di far circolare aria tossica. Massima attenzione
Nel pomeriggio di mercoledì 15 giugno è divampato un incendio nella discarica di Malagrotta situata nella periferia ovest di Roma. L’impianto è una delle più grandi discariche d’Europa ed il principale sito di deposito a lungo termine di rifiuti solidi urbani indifferenziati di Roma e zone limitrofe. Lo stoccaggio dei rifiuti è terminato definitivamente nel 2013, ma è restato in funzione l’impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb2) quello interessato dall’incendio.
Le fiamme sono divampate nella zona dei rifiuti per propagarsi rapidamente a quella dedicata alla lavorazione meccanica, causando gravi danni e la chiusura del Tmb. Sono occorsi dei giorni per spegnere del tutto l’incendio. Ma la nube tossica, visibile da chilometri di distanza, carica di diossina e altre sostanze velenose ha avvolte le abitazioni della zona con rischi alla salute di migliaia di abitanti.
Cosa fare con i condizionatori in caso di incendio
Tra le raccomandazioni date agli abitanti del quartiere, a scopo precauzionale, c’è stata quella di chiudere le finestre. Ma per i condizionatori come si deve intervenire? Secondo la professoressa Maria Rosaria Boni del dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, intervistata da “Il Messaggero“, bisognerebbe cambiare i filtri dei condizionatori per evitare di inalare le sostanze chimiche assorbite dai filtri (anche se ancora non si conosce con esattezza quali e quante sostanze sono scaturite dall’incendio).
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Tra queste le diossine, altamente canceroge, già tristemente note agli italiani dai tempi del disastro di Seveso. Cambiare il filtro, per la docente, dovrebbe una regola da seguire annualmente per evitare l’accumulo di batteri, spore e pulviscolo potenzialmente pericoloso per chi utilizza i condizionatori d’aria. Tanto più in caso di incendio nelle vicinanze come accaduto a Malagrotta.
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Lo spegnimento dell’incendio è durato alcuni giorni e i vigili del fuoco lavorano ancora per bonificare l’area. Le cause del rogo non si conoscono, conclude Boni, ma potrebbero essere naturali. Con le temperature molto alte di questi giorni il biometano prodotto dalla decomposizione dei rifiuti, potrebbe aver generato un fenomeno di autocombustione e quindi il successivo incendio. Ma l’origine dell’incendio è ancora da stabilire.