Dal suo sito ufficiale Greenpeace chiede, insieme ad altre 16 Associazioni, una convocazione da parte del ministro Patuanelli per condividere quello che è il programma della PAC post 2022
Questo strumento serve a delineare la politica agricola comune nell’ambito dell’Unione Europea. Come sottolineato dall’Associazione ambientalista siamo in una fase storica in cui la geopolitica e i cambiamenti climatici rischiano di mettere a repentaglio in maniera seria e definitiva la sopravvivenza della filiera agricola e alimentare. Ed è quindi in gioco anche il futuro dell’agricoltura: quello che si chiede è proprio che questo futuro “nasca da un confronto ampio che affronti in modo deciso anche le questioni ambientali“.
L’ultima riunione della PAC 2023-2027 si è avuta lo scorso 19 aprile ma da allora da parte del Ministero non si è avuta più nessuna informazione sui lavori per adeguare la bozza del piano strategico nazionale a quelle che sono le indicazioni della Commissione europea.
Sempre la riunione di aprile del Tavolo di Partenariato, ricorda il comunicato stampa, si era conclusa con una richiesta da parte del MIPAAF “di inviare documenti con osservazioni e proposte” sulla base di quelle che erano le criticità emerse dallo stesso documento della commissione UE lungo ben 40 pagine. Le Associazioni, sottolinea il comunicato stampa di Greenpeace, sarebbero dovute essere presenti ad almeno altre due riunioni del Tavolo di Partenariato entro la fine di luglio ma non ci sono al momento convocazioni. Tra l’altro manca la pubblicazione sul sito della Rete Rurale Nazionale proprio dei contributi che le stesse Associazioni avevano portato in dote al tavolo.
I lavori del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali riguardo la PAC non si sono comunque fermati e infatti sono proseguiti gli incontri ma soltanto con le Regioni escludendo anche “le Autorità ambientali nazionali, come il MITE e ISPRA, che in qualità di soggetti istituzionali dovevano essere coinvolte come avvenuto con le Regioni e previsto dal Regolamento della PAC“.
Quello che Greenpeace, insieme alle altre associazioni firmatarie della richiesta al ministro Patuanelli, non vuole è che si arrivi alla data di scadenza indicata dalla Commissione Europea con un documento che il comunicato definisce “blindato” e che quindi non può essere effettivamente il frutto di quel rapporto di partenariato tra Ministero e Associazioni.
Quello che tutte le Associazioni firmatarie della lettera al Ministro sperano è che ci sia una risposta veloce che possa portare un “vero processo democratico per la redazione del documento di programmazione della PAC post 2022” in linea anche per esempio con le dichiarazioni fatte al WTO proprio da parte del Ministro e che quindi finalmente si riesca ad allontanare lo sviluppo e la sostenibilità dalle logiche delle lobby che ancora cercano di bloccare la transizione ecologica dell’agricoltura e non solo.