Contro la siccità si devono rivedere usi e costumi: Legambiente fa appello al senso civico dei cittadini

In occasione della ultima Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità, da Legambiente arriva un nuovo appello ai cittadini per contrastare la situazione terribile in cui ci stiamo trovando e in cui molto probabilmente continueremo a trovarci per i prossimi mesi, lavorando anche sulle abitudini personali

crisi idrica
Crisi idrica (foto Pexels)

È facile infatti dare tutta la colpa del problema che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e l’allevamento nel nostro Paese alle pur evidenti falle nella rete idrica nazionale, ma occorre rendersi conto invece che anche i nostri comportamenti di cittadini consumano acqua in maniera spesso spropositata trasformando un bene prezioso in un rifiuto mentre dovremmo utilizzarla in maniera consapevole.

Per questo l’associazione ambientalista ha pubblicato sul proprio sito ufficiale una serie di richieste di intervento. Richieste che sono rivolte sia a chi ci governa sia agli stessi cittadini. Se per esempio infatti parlare di interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato” è qualcosa che può essere fatto solo a livello nazionale così come lo sono gli investimenti “sullo sviluppo di sistemi depurativi innovativi e con tecniche alternative“, le “misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico come avviene per gli interventi di efficientamento energetico“, “l’obbligo di recupero delle acque piovane e installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità in ambiente urbano” parte di questi interventi possono iniziare anche senza aspettare che arrivi da qualche Governo un incentivo.

Sprecare meno acqua significa non soltanto chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti oppure evitare di fare docce troppo lunghe preferendo comunque la doccia al bagno, ma anche iniziare a guardare a quello che si può fare per recuperare l’acqua piovana quando c’è.

Chiunque abbia un balcone o un terrazzo può infatti approntare un angolo semplicemente con un secchio lasciato a riempirsi di pioggia che può essere poi utilizzata per annaffiare o pulire il pavimento del balcone o del terrazzo. Discorso simile con l’acqua con cui si sciacqua la verdura o la frutta che può tornare a essere usata per le piante o per pulire.

Anche perché se non entriamo nell’ottica che i cambiamenti climatici sono in atto, e lo ricorda ancora Legambiente facendo menzione del report 2021 “Il Clima è già cambiato”, non riusciremo a muoverci per tempo. Ci sono nel nostro Paese almeno già tre regioni che sono attualmente a rischio desertificazione e sono Sicilia, Abruzzo e Molise.

Nella sola Sicilia i bacini idrici rispetto al 2020 hanno raccolto 78 milioni di metri cubi d’acqua in meno. Il problema dell’acqua, secondo anche gli ultimi studi pubblicati dalla Commissione Europea, è un problema che riguarda tutta Europa con l’ 11% della popolazione che adesso vive per almeno un mese l’anno in una situazione di stress idrico: si tratta di 52 milioni di persone. Un numero altissimo che rischia di raggiungere i 65 milioni nel caso in cui il riscaldamento globale arrivi ai famigerati 3°C.

Solo nel nostro Paese ci sono 15 milioni di persone che vivono in aree dove l’acqua non è un bene su cui si può fare affidamento tutto l’anno. Peggio di noi solo la Spagna con 22 milioni di cittadini in situazione precaria.

Come ricorda Stefani Cafani, presidente nazionale di Legambiente oltre a dover imparare a convivere con la siccità e la scarsità di acqua dobbiamo anche renderci conto che “una siccità prolungata comporta danni diretti derivanti dalla perdita di disponibilità di acqua per usi civili, agricoli e industriali ma anche perdita di biodiversità, minori rese delle colture agrarie e degli allevamenti zootecnici, e perdita di equilibrio degli ecosistemi naturali“.

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