Il pagamento del canone TV è obbligatorio ma la presenza di tecnologie alternative per fruire dei programmi lasciano un dubbio. Vediamo quale
Dal prossimo anno, assisteremo al ritorno del canone TV nella forma del bollettino postale, dopo la nota parentesi all’interno della bolletta dei consumi elettrici. Una strategia difensiva verso l’evasione di questo obbligo che ha manifestato in molti cittadini molteplici riserve ma che si è presentata con un importo ai minimi storici e in modalità rateizzata. Quello del canone RAI, riguarda un rapporto palesemente controverso con i cittadini.
Il passo indietro alla vecchia modalità cartacea, imposto dalla Commissione Europea, non ha ancora mostrato la conseguenza economica che gli abbonati vedranno nell’unica soluzione di gennaio. Questo riaffacciarsi del passato (neanche troppo lontano, per la verità) sembra rievocare la storia dell’azienda RAI Radiotelevisione Italiana, che nell’apparecchio televisivo ha trovato sin dalle origini la massima espressione popolare.
Se oggi molte generazioni di telespettatori non possono, per anagrafe, conoscere la storia dell’azienda della TV di Stato fatta di soli due canali televisivi e del rivoluzionario passaggio dal bianco e nero al colore, ne conoscono perfettamente il presente e non sarà per loro difficile prevedere la strada che verrà battuta per il futuro. Insomma, anche il televisore, come strumento, è stato investito dalla sua rivoluzione.
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Non soltanto il segnale analogico si è trasformato nell’attuale segnale digitale, creando l’attuale rete di trasmissione del digitale terrestre, ma ogni apparecchio televisivo oggi interagisce con l’utente salottiero, grazie alla connessione internet che ha esteso illimitatamente l’esperienza della primitiva trasmissione di un canale. L’attuale realtà ha proiettato i programmi RAI alla visione streaming, foraggiata dalle grandi piattaforme distributrici di contenuti a pagamento.
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Tale traghettamento ha indotto un bacino di utenti a rinunciare all’apparecchio televisivo e a trasferire tutte le ore dedicate all’intrattenimento su pc, tablet e smartphone. Niente digitale terrestre, dunque. Ma anche niente canone? Alle numerose sollecitazioni, il Ministero dello Sviluppo Economico, in una nota, ha definitamente chiarito la questione: il canone tv non può essere assoggettato ai dispositivi informatici perché non sono predisposti o adattabili a ricevere il segnale audio/video tramite la piattaforma terrestre o satellitare.