Scatta il processo per la presunta truffa delle auto avvenuta a Roma. A finire nei guai 400 cittadini increduli
Le truffe e i raggiri sono sempre in agguato in Italia. In questo periodo sono molto frequenti le truffe online tese a trovare un modo per farsi girare le password delle carte di pagamento. Si va, così, dagli sms alle email utilizzando spesso la ragione sociale di società solide e note come le Poste o un istituto bancario.
Tuttavia, il nuovo fronte delle truffe online non pone fine a quelle “tradizionali” eseguite fisicamente da persone propense ai raggiri. Gli ultimi presunti truffati sarebbe circa 400 automobilisti di Roma. Sta per partire, infatti, il processo per presunta truffa che ha visto coinvolti gli acquisti di vetture nuove.
I fatti risalgono agli anni 2016-2018. Il Fatto Quotidiano ha ricostruito il tutto e il 6 luglio partirà la prima udienza. L’oggetto della truffa è l’acquisto di vetture nuove che avveniva a costi estremamente vantaggiosi a favore dei “fortunati” acquirenti. In cambio, si chiedeva agli automobilisti di incollare delle scritte pubblicitarie.
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Agli ignari automobilisti veniva chiesto di sborsare all’inizio soltanto 6 o 7 mila euro a fronte di vetture del valore medio di 25mila euro. La società che si occupava poi del progetto avrebbe pagato le restanti rate delle auto in cambio della pubblicità da portare in giro sulle auto. Il problema è sorto quando ad un certo punto la società non ha pagato più le rate.
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In tal modo, gli automobilisti sono stati costretti a scontare l’acquisto delle auto pagando personalmente le rate. Una vera beffa per circa 400 automobilisti che credevano di aver fatto un affare. Le indagini della Guardia di Finanza hanno scoperto un giro di affari di 15 milioni di euro intorno alla vicenda.
Il progetto commerciale prevedeva il pagamento di 60 rate mensile che si aggiravano tra le 300 e le 400 euro mensili. Un brutto colpo poi per gli automobilisti che si sono visti costretti a pagare le rate in luogo della società che ha organizzato la presunta truffa. Sarà il processo che dirà cosa è accaduto.