In caso di decesso d aprono cause interminabili per eredità e successione. In alcuni casi si possonoricevere assegni oltre la reversibilità
Alla morte di un soggetto si possono aprire due strade per l’eredità. Nel caso in cui il defunto abbia fatto testamento, si seguono le indicazioni scritte e validate da un notaio in presenza di testimoni. Si sottolinea che anche in caso di testamento non si possono estromettere i figli dall’eredità. In caso di assenza di volontà scritta, si apre il procedimento per la successione, che può durare fino a 10 anni successivi all’inventariamento dei beni. Il coniuge superstite riceve dallo Stato la pensione di reversibilità, proporzionale ai contributi versati dal defunto.
La questione dell’eredità si complica nel caso in cui il defunto avesse più di una famiglia. Infatti, anche in caso di nuove nozze, se sono presenti figli o ex moglie economicamente debole, il soggetto in vita era tenuto ad assegni familiari.
Nel caso in cui un soggetto defunto avesse degli obblighi nei confronti di altri soggetti, come ad esempio assegni periodici, questi obblighi decadono al momento della morte del soggetto. Sia che le somme siano attive o passive. Cioè che il defunto in vita fosse obbligato a corrisponderle o a riceverle. Una sentenza della Corte di Cassazione definisce questo punto. Il problema si crea per capire se gli eredi che accettano l’eredità continuino ad avere obblighi su assegni divorzili o di mantenimento, o se possono richiederli a terzi.
Leggi anche: Agenzia delle Entrate, arriva una nuova proroga per le imprese
La Corte di Cassazione, con la sentenza 20495 del 2022, decreta che se il soggetto muore durante la causa per l’assegno divorzile, per capire se spettasse o meno o per decidere la quantificazione della somma, il processo decade e non ci sono conseguenze.
Leggi anche: Dichiarazione di successione: come funziona e quando è obbligatoria
In realtà i giudici asseriscono il contrario. Se un soggetto muore durante una causa per stabilire un assegno di mantenimento, divorzile o altri casi, la causa deve terminare. Stabilita la liceità dell’assegno, e la somma che avrebbero dovuto ricevere, i soggetti passivi possono richiedere l’importo periodico dall’inizio del procedimento fino alla data della morte del soggetto che avrebbe dovuto corrispondere l’assegno.