In questo 2022 stiamo vedendo un ritorno dei festival e uno particolarmente interessante è sicuramente IT.A.CÀ il festival sul turismo responsabile e sostenibile. Il tema dell’edizione 2022 è “HABITAT – ABITARE IL FUTURO”
L’edizione 2022 del Festival del turismo responsabile e sostenibile è la numero 14 ed è sicuramente un momento anche per tornare a parlare di alcune tematiche che, a causa della crisi e della pandemia rischiano di essere accantonate. Nello stesso manifesto del Festival si ricorda proprio come il turismo sostenibile sia nei fatti “la vera ed unica leva per permettere al settore turistico di uscire dalla crisi“.
La bellezza del Festival IT.A.CÀ è che si tratta di un festival che non si concentra in un unico luogo ma che organizza nel corso di diversi mesi, nel periodo che va da maggio fino a novembre, eventi che in questa edizione numero 14 coinvolge proprio 14 regioni con 24 tappe. Ma per comprendere l’importanza di questo festival vogliamo innanzitutto dare una definizione di che cosa sia il turismo responsabile e sostenibile.
Sul sito dell’evento c’è una pagina dedicata proprio alla definizione di turismo responsabile facendo riferimento alle parole che utilizza l’Organizzazione mondiale del turismo, della definizione che dà il Mibact e anche quella della Associazione italiana turismo responsabile fino ad arrivare alla definizione adottata dal festival stesso.
Ma perché ci sono diverse definizioni dello stesso principio? Perché in realtà se tutte le definizioni hanno dei punti in comune ci sono poi alcune leggere differenze nell’utilizzo di un termine piuttosto che un altro e nel sottolineare un’idea piuttosto che un’altra. La definizione che nel Festival è stata adottata lega l’esperienza dei turisti a quella dei cittadini sia da un punto di vista della qualità della vita sia in termini di rapporto con il territorio.
E, andando per esempio a leggere che cos’è il turismo responsabile per l’UNWTO, ritroviamo proprio questo doppio binario: un turismo che accoglie i viaggiatori e insieme protegge il futuro con una gestione delle risorse che mantenga “l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica, i sistemi di vita dell’area in questione“.
IT.A.CÀ, ed è bene ricordarlo, si regge su una rete nazionale di oltre 750 attori che si muovono nel turismo, nella cultura e nell’ambiente ed ha ricevuto nel 2018 il suo terzo premio UNWTO AWARDS nella sezione “Innovation in Non-Governmental Organizations”. Il manifesto si compone di 8 punti in cui viene spiegato nel dettaglio qual è lo scopo ultimo del festival, della rete e degli eventi.
Tra i principi c’è quello della promozione del turismo di prossimità, “un viaggiare nei luoghi della quotidianità, ri-partendo da casa e provando ad afferrare e valorizzare il genius loci degli spazi che ogni giorno abitiamo“. Qualcosa che abbiamo dovuto imparare a fare nella pandemia ma che può essere non un limite bensì un valore aggiunto.
C’è poi il principio che turisti e residenti vivano esperienze per condividere “stessi valori di cura, salvaguardia e rispetto del territorio“. Fare turismo responsabile e sostenibile significa Infatti non imporre la propria presenza esterna su un territorio ma cercare di vivere quel territorio con i suoi ritmi. Viene poi riproposta l’idea che responsabilità e sostenibilità (ambientale, economica, sociale e culturale) devono andare di pari passo.
Un cambio di prospettiva nel momento in cui facciamo la valigia e ci rechiamo in un luogo cercando quello che a casa ci manca: non dobbiamo pensare che, in qualità di turisti, ci sia garantito uno status speciale in cui tutto ci è concesso ma, proprio in qualità di turisti e di abitanti temporanei di un luogo, dobbiamo invece far sì di trovare un modo per vivere il luogo che abbiamo scelto come nostra abitazione temporanea con rispetto.