I consumi energetici vanno sempre pagati, anche cambiando gestore; ma, in caso di morosità, i debiti verranno convertiti. Vediamo come
Nel mese di giugno, il contribuente è impegnato in un fitto calendario di adempimenti, dove si alternano le scadenze delle prime rate per IVA, IRPEF e versamenti dei sostituti d’imposta, con l’imposta comunale sulla prima casa, IMU, nonché è possibile inviare la dichiarazione dei redditi ma senza più l’opzione di annullamento e rinvio. Già entro la fine di aprile, invece, si è conclusa la prima tranche della rottamazione delle cartelle esattoriali, sospesa durante l’emergenza sanitaria.
Il pagamento delle rate riferite al saldo e stralcio corrisposto dalla pace fiscale in versamento nel 2020 dovrebbe ritenersi concluso; c’è ancora tempo, quindi, per le rate relative al 2021 e al 2022, in scadenza rispettivamente nei termini del 31 luglio 2022 e del 30 novembre 2022. Come sappiamo, all’interno delle cartelle si celano tasse e imposte non versate, ma anche bolli auto non assolti, multe e verbali rimasti inevasi.
È bene dunque non perdere l’opportunità di ricevere uno sconto sugli oneri della propria cartella esattoriale e usufruire di particolari vantaggi sulle modalità di pagamento. Per varie ragioni, però, alcuni cittadini si trovano impossibilitati a pagare, eccetto per la volontà di evadere fiscalmente un pagamento; l’attuale momento testimonia delle difficoltà generali ad assecondare l’innalzamento dei prezzi al consumo.
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Per quanto riguarda le bollette, persino il Reddito di Cittadinanza potrebbe non bastare; dipende dalla condizione economica del nucleo familiare. Sappiamo come il superamento del termine di scadenza, protrattasi ben oltre il giorno indicato in fattura, comporta il recapito del sollecito di pagamento e, trascorsi tre mesi, la messa in mora del cliente. Senza escludere che nel frattempo sopraggiunge l’interruzione della fornitura.
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Questo debito può tramutarsi in una cartella esattoriale inviata dall’Agenzia delle Entrate? Ebbene, no. Innanzitutto ci riferiamo a un servizio pubblico gestito da privati. L’ufficio Riscossione dell’Agenzia provvede ad incamerare soltanto i crediti erariali, derivati appunti dalle imposte dovute allo Stato. Riguardo ai crediti del consumo energetico, il gestore deve innanzitutto inviare una diffida al cliente tramite raccomandata, la quale può essere contestata da quest’ultimo di fronte all’Autorità Garante. In seguito la riscossione degli importi insoluti passerà a società esterne di recupero crediti che informalmente contatterà il cliente prima di attivare l’azione giudiziaria.