Inquinamento digitale, i pericoli dell’essere sempre connessi

Numerosi studi psicologici hanno verificato che la connessione eccessiva ai device crea problemi alla salute ed all’ambiente

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Inquinamento digitale (Foto Unsplash)

La teoria dell’iperconnessione in sociologia ed in tecniche delle comunicazioni di massa è stata messa a punto anche prima dell’ingresso degli smartphone nella vita quotidiana. Ci si riferiva al telefono cellulare o al computer. Con l’ingresso preponderante del cellulare che naviga su Internet, molte attività quotidiane, quale lavoro, studio, hobbies, intrattenimento ed altro sono contenute nel telefono stesso. Già una quindicina di anni fa si parlava del cellulare come prolungamento del corpo ed anche del sé.

Di conseuenza non stupisce che numerosi studi psicologici si siano orientati in tale direzione. Il rapporto tra uomo e smartphone e le conseguenze sulla salute mentale e fisica; ed anche sull’impatto ambientale. Difatti probabilmente i più non ne sono coscienti, ma navogare in Internet, che sia dal computer wi-fi, o a maggior ragione da un telefono cellulare, diffonde una grande quantità di Co2, che tocca i vertici maggiori con lo streaming.

In Italia si stimano circa 80 milioni di dispositivi accesi. E non è un salto troppo azzardato affermare che questa iperconnessione modifica abitudini e comportamenti. A sostenerlo è la rivista di psicologia “State of mind“, in un articolo con riferimenti a studi e ricerche pregresse.

Da quanto emerge la salute umana viene compromessa dall’iperconnessione. La manifestazione evidente è di stanchezza, mancanza di concentrazione, dolore diffuso, deterioramento dei rapporti sociali (Agrawal, 2021). Secondo lo studioso, le conseguenze soprattutto dello smartphone sono controintuitive, ovvero portano ad atteggiamenti che sono contrari a quelli che intuitivamente si possono sospettare.

Il mondo iperconnesso dovrebbe aiutare ad avere connessioni continue, ed a curare maggiormente la socialità In realtà, dalle ricerche dello studioso il risultato è opposto. Ne escono individui sempre più isolati, perché “il comportamento causato dall’eccessivo coinvolgimento con i dispositivi digitali ha un impatto negativo significativo sulla nostra vita sociale”.

Agrawal parla di un vero e proprio disturbo emergente in termini psicologici. Con l’accelerazione delle tecnologie gli studi sullo smartphone potrebbero essere presto superate da altre interazioni uomo macchina, come ad esempio il rapporto con l’intelligenza artificiale. Tuttavia il paradigma dell’iperconnessione come rischio per la salute rimane presupposto scientifico valido. Dovrebbero essere diffuse campagne informative.

Quando ci si riferisce al disturbo psicologico emergente non ci si riferisce solo a coloro che hanno una vera e propria dipendenza dallo smartphone, ma a tutte le persone che ne fanno un utilizzo nella media. E si rischia di entrare in un vortice senza essersi resi conto di aver varcato il confine.

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