Le uova sono riconosciute per il rischio di salmonella; ma basta un piccolo accorgimento per gustarsele senza preoccupazioni. Ecco come
Le uova sono tra gli ingredienti – come il latte – che costituiscono l’alimentazione base di una persona e, perché no, l’abc dell’idioma usato nell’arte della cucina. È un alimento apprezzato per le sue proprietà: infatti, in pochi centimetri cubici sono concentrati: un livello elevato di proteine, vitamine (A, D, E e la B1, indispensabile per la trasmissione degli impulsi nervosi); sali minerali, quali fosforo, ferro, zinco e carbonato di calcio, utili alla formazione delle ossa e al funzionamento del sistema immunitario.
In tutto ciò, la presenza di grassi si limita ad un discreto contenuto di lecitine, le quali contribuiscono all’elasticità delle arterie. L’alta digeribilità ne fa un prodotto adeguato anche all’alimentazione dei bambini, senza mai dimenticare quali sono le modalità migliori per mangiarle assumendo pienamente le loro qualità. Esse si compongono del tuorlo e dell’albume: se l’uovo è di giornata, si può gustare il tuorlo crudo (si può berlo anche consumando l’uovo alla coque); l’albume, invece, va cotto, per via dell’avidina, sostanza non assimilabile dal nostro organismo.
Uova, pericolo salmonella: come ridurre al minimo il rischio di infezione
Talvolta le uova, sotto il profilo della dieta alimentare, desta comunque qualche sospetto: si tratta del quantitativo non indifferente di colesterolo che ne fa un alimento difficile misurare se nell’arco della settimana si consumano biscotti, maionese o budini, a base – appunto – di uovo. Dunque, molte persone ne denunciano quale causa di un male al fegato, espresso nella produzione di colecistochinina; quest’ultima contrae la vescichetta biliare creando dolore. L’uovo ne è il segnale d’allarme, non la causa.
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A proposito del lato della cattiva fama, è noto che le uova siano tra i primi veicoli di trasmissione della salmonella. L’infezione (la salmonellosi) derivanti dal batterio della salmonella, provoca nei soggetti diarrea, febbre e dolori addominali, dopo circa 12-72 ore dal consumo dell’uovo contaminato. La salmonella risiede soltanto nel guscio dell’uovo, non all’interno.
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Una volta dentro l’organismo umano, si deposita nel tratto intestinale e si diffonde principalmente tramite contaminazione fecale. È bene pertanto tenere sempre d’occhio la data di scadenza e mantenere le uova per conservazione in frigorifero; in questa maniera le basse temperature inibiscono il proliferare dei batteri. Inoltre, non bisogna dimenticare di lavarsi le mani (acqua e sapone) dopo aver toccato il guscio. Grazie alla cottura delle uova, il rischio di salmonellosi si riduce ai minimi termini. Altrimenti, se proprio vogliamo cimentarci nella produzione di maionese o zabaione, possiamo scegliere uova freschissime, dal 3° al 9° giorno dalla deposizione, oppure utilizziamo prodotti a base di uovo pastorizzato.