Ecco i vari casi in cui la banca blocca un conto corrente. Attenzione alle distrazioni possono costare care
I conti correnti sono una delle abitudini imprescindibili dei risparmiatori italiani. Grazie ai conti è possibile ricevere gli stipendi, operare i pagamenti di utenze e abbonamenti, effettuare piccole transazioni finanziarie. Ma cosa succede se la banca di riferimento decide di rendere inaccessibile il conto a un cliente?
I fastidi e danni economici possono anche gravi. E le procedure per riattivare creare grattacapi e lungaggini. In genere avviene se l’Istituto di credito riceve una notifica da parte dell’Autorità giudiziaria su richiesta di un creditore o per un’indagine antiriciclaggio. Oppure quando la banca vuole tutelarsi dal pericolo di insolvenza o dall’aggravarsi di una posizione debitoria.
Quali sono le circostanze che spingono la banca a bloccare il conto corrente
Fondamentalmente i casi sono 4. Si possono facilmente elencare:
- per scoperto;
- a causa della legge antiriciclaggio;
- in conseguenza di debiti;
- per morte dell’intestatario del conto.
Nel dettaglio, il primo caso avviene quando il conto è in rosso e l’intestatario usa fondi che non possiede oppure non paga le rate di un finanziamento della banca. Questa blocca il conto, impedendo al correntista di utilizzare gli strumenti di pagamento quali, carta di credito, bancomat, assegni, bonifici. L’istituto così si tutela dal pericolo di insolvenza ed evita che si aggravi la situazione di indebitamento del cliente. Una volta ripianato il debito, la banca sblocca il conto e si può ricominciare ad accedervi.
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Nel secondo caso con l’entrata in vigore delle norme antiriciclaggio, a partire dal 2014, i correntisti hanno l’obbligo di presentarsi in filiale per sottoscrivere un questionario sui propri dati sensibili, confermato da un documento d’identità in corso di validità. Se non si firma entro 60 giorni parte automaticamente il blocco del conto corrente.
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Nel terzo caso in una situazione di debito verso privati privati o imprese, i creditori possono ottenere dall’Autorità giudiziaria un’ordinanza che avvia il pignoramento e il conseguente blocco del conto corrente. Nel quarto caso la banca blocca un conto corrente, se il titolare decede. La condizione di fermo resta fino a quando non si conclude l’iter della successione.