Università italiane, le classifiche Censis sull’istruzione d’eccellenza

È stata presentata dal Censis la classifica riguardo le università italiane nella edizione 2022/2023 che valuta tutti gli atenei statali e non statali prendendo alcuni parametri comuni tra cui internazionalizzazione, comunicazione e servizi erogati

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Università (foto Adobe)

Come ricorda il comunicato stampa ufficiale che accompagna la classifica del Censis, questo genere di valutazioni aiuta moltissimi studenti e altrettante famiglie a scegliere la carriera universitaria migliore. In totale il Censis ha prodotto 69 graduatorie con 924 variabili per fornire quindi una fotografia quanto più veritiera e dettagliata delle università del nostro Paese. Alcuni dati interessanti possono essere estrapolati da queste classifiche.

Un primo dato che è emerso dall’analisi delle università da parte del Censis è quello che si è purtroppo realizzata quella flessione nelle immatricolazioni che si temeva si sarebbe realizzata durante il picco della pandemia e che invece si è verificato proprio nell’anno accademico 2021-2022 che ha registrato quasi 9500 studenti in meno, una flessione pari al 2,8%.

E se andiamo a guardare in maniera discreta dove si trovano e come sono gli studenti che decidono di non andare avanti negli studi scopriamo che la variazione negativa più evidente si registra negli atenei del Sud Italia dove si sono persi quasi 5mila studenti. In generale sono di più gli studenti rispetto alle studentesse a decidere di non proseguire negli studi e si nota comunque che tra le varie discipline quelle dei percorsi STEM, ovvero le discipline scientifiche e tecnologiche, riescono a mantenersi entro una riduzione inferiore all’1%.

Andando a guardare le macro categorie in cui sono stati divisi gli atenei e le università vediamo quelli che sono i primi tre per ogni categoria. Per dovere di completezza ribadiamo quelli che sono i criteri di valutazione: “strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità“. A questi criteri vanno poi aggiunti anche altri ranking in base alle classi di laurea, e rapporti internazionali e alla progressione di carriera degli studenti tra le lauree triennali e le magistrali.

Tra le università considerate mega atenei statali, che ospitano quindi oltre 40mila iscritti, di nuovo in cima alla classifica c’è l’Università di Bologna con un punteggio pari a 89,8 punti secondo e terzo posto per l’università di Padova con un punteggio di 88,0 e
La Sapienza di Roma con 86.5. A chiudere la classifica ci sono l’Università di Bari con 80,2 e la Federico II di Napoli con 72,3.

Per quello che riguarda i grandi atenei statali, ovvero le università con un numero di studenti compreso tra 20mila e 40mila, in cima alla classifica con il punteggio di 91,0 c’è l’Università di Pavia che scalza per la prima volta dalla sua posizione dominante l’Università di Perugia che deve accontentarsi di 90,8 e della seconda posizione. In terza posizione si trova invece l’Università della Calabria con 90.3. In questa classifica in fondo troviamo l’Università di Catania con 78.3 e l’Università di Messina con 75.8.

Gli atenei che contano tra 10mila e 20mila iscritti vedono in cima alla classifica l’Università di Siena con un punteggio pari a 96.7 seguita dall‘Università di Sassari con un punteggio pari a 96.0 e dall’Università di Trento che scende così dalla prima alla terza posizione con un punteggio pari a 94.8.

Veniamo a quelli che sono i piccoli atenei, ovvero quelli con un massimo di 10mila iscritti dove troviamo in cima alla classifica con 99.5 l‘Università di Camerino seguita dalle Università di Macerata con 87.2 e dalla Università Mediterranea di Reggio Calabria che con i suoi 86.5 raggiunge il terzo posto. Scendono invece le Università di Cassino e della Tuscia mentre chiude la classifica con 75,7 l’Università del Molise.

Nella categoria apposita dedicata ai politecnici troviamo in cima alla classifica con 97.0 il Politecnico di Milano seguito da quello di Torino che ha un punteggio di 91.5 e che ha scalzato lo IUAV di Venezia che totalizza solo 90.5. Per le università non statali in cima alla classifica c’è di nuovo l’Università Bocconi con 92.6 e in seconda posizione l’Università Cattolica con 76.2.

Andando a guardare gli atenei non statali di media dimensione in cima alla classifica troviamo la Luiss con 93.2 seguita dallo IULM con 82 e infine per gli atenei non statali piccoli, ovvero quelle università che hanno un massimo di 5mila iscritti, in cima alla classifica troviamo la Libera università di Bolzano con 94.6 o col 94.6 seguita dall’Università di Roma Europea con 86.8.

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