Cambiamenti climatici, l’ISTAT e le preoccupazioni ambientali degli italiani

Le tematiche ambientali e in particolare i cambiamenti climatici si stanno posizionando stabilmente, e dobbiamo aggiungere purtroppo, in cima alle preoccupazioni degli italiani. Questi i risultati delle ultime rilevazioni eseguite dall’ISTAT

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Cambiamenti climatici (foto Adobe)

Come riporta il comunicato stampa ufficiale pubblicato sul sito dell’Istituto Nazionale di Statistica che nel nostro Paese registra in percentuale tutta la nostra vita per fornire anche a chi ci governa un quadro di quelle che sono le necessità e le situazioni reali del Paese, a partire dal 2012 si è inaugurata una indagine multiscopo che riguarda tutti gli aspetti della vita quotidiana e in cui negli ultimi anni ISTAT ha introdotto anche alcune domande specifiche sui comportamenti eco-compatibili.

Ovviamente queste domande sottoposte a un ampio campione di cittadini italiani ci restituiscono ogni anno anche una immagine precisa di quelle che sono di anno in anno le preoccupazioni maggiori che affliggono i cittadini.

Nell’ultima rilevazione, quella relativa al 2021, come si legge nel comunicato “i cambiamenti climatici si confermano al primo posto tra le preoccupazioni per l’ambiente”. Questo poco invidiabile primato è frutto delle risposte di oltre metà di chi ha partecipato al sondaggio. E per capire quanto pervasiva sia, in un certo senso anche per fortuna, la coscienza che c’è in atto una crisi climatica e che i cambiamenti climatici sono un argomento di cui occorre tenere conto basta pensare che il campione di popolazione che ha partecipato alla rilevazione ISTAT parte dai ragazzi di 14 anni.

Sempre per ciò che riguarda l’ambiente, il secondo problema più importante è quello legato all’inquinamento dell’aria seguito dallo smaltimento e dalla produzione dei rifiuti. Tra gli altri fattori di rischio ambientali che vengono percepiti come importanti ci sono poi l’inquinamento dell’acqua, l’effetto serra e il buco nell’ozono.

Facendo un confronto con gli anni precedenti si nota come proprio il buco nell’ozono e l’effetto serra, che per esempio nel 1998 preoccupavano quasi 6 italiani su 10, sono stati superati dalla crisi climatica e dai cambiamenti climatici nel loro complesso, un argomento che, sempre prendendo in considerazione lo stesso anno 1998, è passato dall’essere preoccupazione principale del 36% del campione a oltre il 52% del campione.

Oltre alle preoccupazioni, lo stesso rilevamento ISTAT ci permette anche di quantificare quelli che sono i comportamenti virtuosi e positivi dei cittadini: circa il 65% dichiara di non sprecare l’acqua e c’è un 67% che ha dichiarato di fare attenzione abitualmente a non sprecare energia.

E se andiamo a guardare le fasce d’età scopriamo che a preoccuparsi maggiormente della perdita di biodiversità sono i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 34 anni. mentre gli ultracinquantenni dichiarano di essere più preoccupati rispetto ai giovani per il dissesto idrogeologico e l’inquinamento del suolo.

Di contro sono proprio coloro che si trovano in una fascia di età superiore ai 55 anni che dimostrano di essere anche molto più virtuosi riguardo i comportamenti ecocompatibili. Questi dati che attraversano trasversalmente tutta la popolazione italiana sono ovviamente il segnale che la crisi climatica e i cambiamenti climatici sono preoccupazioni che riguardano tutti noi e che, a vario titolo, tutte le fasce di popolazione e tutte le fasce d’età cercano di mitigare in qualche modo i propri comportamenti più scorretti.

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