Investire sul franchising è un’opportunità per lavorare in autonomia e rafforzare l’esperienza in team. Cosa occorre per aprire una filiale
Quando i fast food sono sbarcati in Italia in tempi neanche troppo lontani, sono stati osservati con curiosità; per certi versi, anche con timore da parte di coloro che ne intravedevano il rischio di far affondare i nostri ristoranti portando avanti quell’operazione di “conquista” dei clienti. Oggigiorno, possiamo constatare che nelle città, dopo le iniziali paure, si è creata una simbiosi dove ognuno si è preso un pezzo della trasversalità dei consumatori.
Oggi molti brand del cibo veloce si danno battaglia in una concorrenza che talvolta li divide di poche centinaia di metri; ma all’inizio di tutto, dagli Stati Uniti (ma già affermata multinazionale), il primo a mettere piede nel Paese della buona tavola è stato il più famoso marchio a cui si associa il take away: Mc Donald’s. Soprattutto le famiglie hanno conosciuto presto la strana equazione cibo-divertimento, che tanto ha fatto breccia sui bambini.
Mc Donald’s, ecco i costi di un investimento in franchising
Dobbiamo riconoscere che la capillarità dei negozi Mc Donald’s ha introdotto un bacino di opportunità lavorative, in special modo per giovani lavoratori alle prese con la ricerca di un lavoro stagionale, oppure per persone un poco più ambiziose, che partendo dalla “gavetta” puntano dritti al ruolo di responsabile di filiale. Come sappiamo, Mc Donald’s è forse il franchising più conosciuto al mondo; pertanto, con le dovute risorse, si è in grado di aspirare all’apertura di una propria filiale.
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Per aggiungersi ai 640 ristoranti, tra gestione diretta e franchising, presenti in Italia, l’aspirante imprenditore potrà contare su un contratto di franchising della durata di 20 anni. Date le numerose richieste di affiliazione commerciale, la “Casa-madre” opera un’accurata scelta del personale a capo dei punti vendita, valutando le pregresse esperienze di management aziendale e il possesso di un buon capitale da investire.
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Ecco dunque i requisiti mediamente richiesti: un’età tra i 32 e i 49 anni; la disponibilità a trasferire la propria residenza nelle zone individuate per l’apertura di nuovi punti vendita; spiccate doti gestionali e comunicative; ottimo acume finanziario; forti doti di leadership; orientamento al cliente. Il costo iniziale per aprire uno di questi ristoranti è di 1 milione di euro (IVA esclusa), più una fee d’ingresso dell’importo massimo di 45.000 euro (IVA esclusa), commisurato alla durata del contratto. Il capitale minimo richiesto è pari al 25% del costo totale, ovverosia 250.000 euro. La selezione prevede lo svolgimento di 4 colloqui e una prova all’interno di un ristorante della catena. All’esito positivo, il passo successivo prevede un percorso formativo di un anno.