Attenzione centrata sulle scelte di Draghi, quali gli effetti di eventuali dimissioni sulle buste paga dei dipendenti
L’attenzione di tutti i commentatori politici italiani e internazionali è concentrata sulle decisioni che Mario Draghi prenderà nelle prossime ore. La conferma delle sue dimissioni lascia spazio a varie ipotesi, da un ripasto nella maggioranza che sostiene il governo con nuovi vari ministri. A un nuovo esecutivo che porti il Paese alle elezioni in autunno, a un governo Draghi bis che confermi l’attuale programma.
Comunque sia le dimissioni potrebbero evere conseguenze notevoli nelle scelte finora portate avanti sul piano economico, in particolare su quelle riguardanti le politiche di incentivi e sostegni a famiglie e imprese. A rischio bonus e incentivi su buste paga e cedolini delle pensioni, oltre al taglio del cuneo fiscale.
Sul fronte del nuovo decreto Aiuti in discussione il 2 agosto, gli scenari sono sostanzialmente due. La conferma di Draghi, appoggiato da una maggioranza coesa, alla Presidenza del Consiglio porterebbe a un nuovo sostanzioso pacchetto di sostegni e aiuti per lavoratori, famiglie e aziende. Troverebbero spazio decurtazioni decise a Iva e accise sui carburanti, aumenti per pensioni e buste paga dei dipendenti con il taglio del cuneo fiscale, riattuazione dei bonus .
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Al contrario con un governo orientato alle elezioni in autunno, le misure sarebbero meno strutturali. Si limiterebbero a mantenimento di bonus per famiglie e imprese, con una diminuzione di accise e Iva sui carburanti, ma senza interventi strutturali sulla fiscalità del lavoro. Quindi non ci sarebbero novità sostanziose in busta paga. Questa sarebbe la versione leggera del nuovo decreto Aiuti, molto diversa dalle attese.
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Quindi resta molta apprensione per le scelte di Draghi che determineranno sicuramente lo sviluppo futuro dell politiche economiche e sociali relative al mondo del lavoro. Gli obiettivi di lotta alla diminuzione del potere d’acquisto di salari e stipendi, attraverso la diminuzione del costo del lavoro, il cosiddetto taglio del cuneo fiscale, verrebbero meno con le dimissioni. E con essi scomparirebbero i sospirati aumenti netti in busta paga per i dipendenti.