Appello delle associazioni ai ministri Speranza e Patuanelli per sostenere la riduzione dei pesticidi

Un gruppo di associazioni ha chiesto con una lettera aperta ai ministri della salute e delle politiche agricole, Speranza e Patuanelli, un sostegno ulteriore alla Campagna Check-up Pesticidi

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Pesticidi (foto Unsplash)

La Campagna europea Check-up Pesticidi promossa nel nostro Paese dalla Coalizione #CambiamoAgricoltura di cui fanno parte tra gli altri Federbio, Slow Food Italia, Legambiente e WWF Italia è un movimento che ha lo scopo di modificare alcune politiche europee per “pretendere un maggior supporto all’agricolutra locale per le comunità e per avere pratiche amiche dell’ambiente e del clima”, come chiarisce bene lo statement pubblicato sul sito ufficiale della Call To Action Europea.

Nella lettera aperta pubblicata, tra gli altri, sul sito di Federbio, si chiede ai ministri di fare un passo concreto nel sostegno alle attività che intendono ridurre l’utilizzo dei pesticidi nei campi europei compiendo un gesto reale: inviare un campione dei propri capelli presso un laboratorio accreditato in Francia, che si occuperà di ricercare nei campioni di tutti i cittadini europei che intendono aderire a questa campagna di sensibilizzazione la presenza di 30 pesticidi tra quelli che sono più comunemente utilizzati in agricoltura tradizionale.

L’analisi dei capelli permetterà di rintracciare il livello di contaminazione umana da sostanze chimiche di sintesi e, questa è la speranza, aprire gli occhi a un maggior numero possibile di cittadini perché ci si possa mobilitare per influenzare positivamente le decisioni a livello europeo.

La campagna, Good Food Good Farming, sul sito ufficiale chiarisce quelle che sono le richieste. In particolare quello che vogliamo sottolineare è come le richieste non siano solo concentrate sull’eliminare i pesticidi ma si compongano di tutta una serie di comportamenti che, se messi in atto, renderebbero automaticamente superfluo il sovrautilizzo dei pesticidi.

La campagna punta per esempio ad avere politiche che promuovano “accesso per tutti a cibo che sia locale, salutare e appropriato dal punto di vista culturale; aree rurali vive e più giovani coinvolti nell’agricoltura; l’eliminazione degli OMG e una riduzione forte dei pesticidi chimici e dei fertilizzanti; redditi onesti e condizioni di lavoro decenti per gli agricoltori, pastori e pescatori; sussidi a supporto degli agricoltori nella transizione verso pratiche più sostenibili; protezione della biodiversità, dell’ambiente e del clima; miglior welfare per gli animali e prodotti animali in quantità minore ma di qualità migliore“.

Nel comunicato stampa pubblicato da Federbio si fa riferimento anche alla necessità di trasformare in azioni concrete gli impegni che per ora sono fermi sulla carta nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030: una riduzione pari al 50% nell’uso complessivo dei pesticidi e del “rischio di tutti i pesticidi chimici e dei pesticidi più pericolosi entro il 2030“.

Le discussioni in sede europea sono già iniziate e ciò che deve uscirne sono dei vincoli nell’utilizzo e un monitoraggio proprio sulle sostanze che, e vale la pena ricordarlo, da più parti del mondo scientifico sono segnalate come pericolose non solo per l’ambiente ma per la nostra stessa salute.

Un paragrafo si concentra anche sulla questione relativa al glifosato che a fine 2022 potrebbe finalmente non avere più l’autorizzazione ad essere utilizzato nei campi dell’Unione Europea e anche per questo argomento specifico la Coalizione #CambiamoAgricoltura chiede da subito ai ministri e al Governo di prendere posizione e quindi di opporsi al rinnovo.

Coltivare in maniera diversa, senza avvelenare l’ambiente, il cibo e noi stessi è possibile e lo dimostra la certificazione che in Italia è stata data al 17,4% delle superfici utilizzate dagli agricoltori che vengono trattate con sistemi biologici. Le alternative ci sono per vivere meglio e per ridare dignità al lavoro nei campi. Quello che adesso ci vuole è la spinta e la lungimiranza di saper vedere più in là delle lobby.

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