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Conto corrente cointestato: cosa succede se muore un titolare

Come comportarsi in caso di decesso di uno dei titolari di un conto corrente cointestato, attenzione ai particolari

Conto corrente (Foto Pixabay)

Quando si apre un conto corrente è necessario conoscere ogni aspetto legale correlato ad esso. Leggere i termini di un contratto, anche nei codicilli più oscuri, può preservare da brutte sorprese e consente di evitare perdite di tempo e noie dovute a scarse informazioni.

Di solito ci si concentra sui termini di apertura del conto corrente, quali sono le condizioni d’uso, quali i costi di gestione, quali sono gli interessi. Anche le modalità di chiusura di un conto possono essere importanti in determinate situazioni. Ma non bisogna tralasciare le situazioni limite, quelle cioè che appaiono improbabili o alla quali si preferisce non pensare.

Cosa accade in caso di morte di un cointestario del conto corrente?

Conto corrente (Foto Pixabay)

Può capitare che il conto resti in rosso. Ma l’altra eventualità molto spiacevole alla quale conviene essere preparati, è il decesso di uno dei cointestatari del conto corrente. Cosa fare in quel caso? Dividere le somme tra i titolari non è agevole, la casistica è vasta. Intanto si deve valutare la presenza di eredi diretti del titolare defunto e la tipologia di firma apposta in apertura del conto corrente (congiunta o disgiunta).

La normativa prevede che gli eredi diretti presentino all’Agenzia delle Entrate, e successivamente alla banca, la dichiarazione di successione. L’istituto bancario deve provvedere a sbloccare la parte del deposito del defunto messa in sicurezza a seguito del ricevimento della comunicazione di morte. Tuttavia la realtà delle procedure è più complessa.

Nel caso di conto corrente a firma congiunta, gli altri titolari del conto non possono prelevare la quota del denaro che spetta loro di diritto o effettuare alcun tipo di operazione. Questo in quanto la banca blocca il conto, finché non abbia certezza della diretta ereditarietà della parte del deceduto ed abbia avviato la procedura di successione. Stabiliti con sicurezza gli eredi, il denaro presente sul conto viene sbloccato e i cointestari possono disporre ciascuno della propria quota.

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In caso di firma disgiunta, la banca congela solo la parte riconducibile al defunto. Avvia su di essa la successione ereditaria. E lascia agli altri titolari la possibilità di disporre della propria quota. In caso di due titolari, in successione è soltanto il 50% della giacenza. Tuttavia una sentenza della Cassazione del marzo 2021 ha stabilito che il cointestatario di un conto corrente a firma disgiunta può ritirare l’intera giacenza in caso di decesso dell’altro intestatario, applicando il principio di “solidarietà attiva”.

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La banca non ha così obblighi verso gli eredi dell’altro contitolare, che non possono rivalersi nei confronti dell’istituto di credito in alcun modo. Si deve ricordare però che il cointestatario che preleva l’intera somma in giacenza è comunque tenuto a consegnarne la metà agli eredi. Ciò in quanto a cadere in successione continua a essere il 50% del deposito (sempre nel caso di due titolari).

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano