Possedere un conto corrente cointestato è un’indubbia sicurezza ma in questa circostanza si va incontro al pignoramento. Vediamo quando
Non c’è neanche bisogno di chiederselo: possedere un conto corrente è una necessità del tutto fisiologica. Rappresenta altresì una forma di garanzia per tutti gli utenti che non hanno dunque il bisogno di come impegnare i loro soldi altrove, oppure di custodire troppo denaro in casa. Certo, non sono molte le alternative (quelle legali) che permettono di appoggiare una somma ricevuta a titolo di stipendio o di rimborso.
Come detto, il conto corrente è una necessità; dunque, la sua funzione è quella di trovar posto ai nostri risparmi, non certo di rappresentare una forma di investimento, per di più articolata come possono esserlo i buoni fruttiferi, i titoli di Stato o le azioni; è più simile al nostro portafoglio dal quale attingere quando abbiamo bisogno di contanti o di pagare elettronicamente in negozio.
Conto corrente cointestato, cosa succede in caso di debiti
Grazie alla capillare rete si sportelli automatici ATM, l’esigenza di un prelievo di contanti è favorita senza alcun ostacolo strumentale. Certo, la gestione del denaro sembrerebbe altra cosa rispetto alla gestione di un conto: dobbiamo avere a che fare con un atteggiamento accorto nei confronti della giacenza, con la giusta misura degli acquisti e di una soglia stabilita e monitorata di denaro da dedicare alle spese.
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Pertanto, un’ulteriore sicurezza proviene dalla scelta di aprire un conto cointestato: innanzitutto, per le coppie stabili o per un genitore e un figlio, il vantaggio immediato è rappresentato dal fatto di avere soltanto un flusso di spese sulla gestione anziché due. Come contorcano, la condivisione della responsabilità su ogni azione sul conto rende meno flessibile il rapporto di credito.
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Da un lato, la doppia titolarità elimina eventuali deleghe accorciando ogni lungaggine del caso quando ci si reca in istituto. Un grave problema, però, può essere dato dal fatto che uno dei cointestatari ha contratto dei debiti; questi possono portare al pignoramento del conto che resta nella quota del 50%. Ma se il creditore riesce a dimostrare in sede di tribunale che i proventi del conto arrivano soltanto da uno dei titolari (l’indebitato), scatta la duplice pignorabilità.