Codacons approva la proposta per contrastare il caro prezzi ma allo stesso tempo chieda che venga estesa a tutti gli alimentari
Il tasso di inflazione è alle stelle così come lo sono i prezzi sempre in aumento per i generi alimentari. Crisi energetica e politiche d’importazione delle materie prime ne sono le principali responsabili, così come sono corree anche le lunghe filiere della grande distribuzione. Quindi, mentre i supermercati cercano di invogliare sempre più gli acquisti con la logica del sottocosto, da Palazzo Chigi si ragiona su come contenere l’inflazione e riportare i cittadini con la carta di credito in mano nei negozi. La pandemia ha dato una bella accettata ai consumi, ed i piani di ripresa sono miseramente naufragati con il conflitto e le sue conseguenze, almeno apparentemente imputabili esclusivamente alla guerra.
Così grattandosi il capo esce fuori il bonus 200 euro, non per tutti ma per molti, iniziando dagli statali e dai pensionati. A rincarare la dose ariva la proposta di azzerare l’IVA su pane e pasta, prodotti, in particolare il pane, che fino a tre decenni fa erano calmierati, quindi ritenuti alimento primario.
Il vice ministro dell’Economia Laura Castelli ha affrontato il tema a Radio 24 in merito al decreto Aiuti: “E’ un piano concreto e eventualmente alternativo o aggiuntivo ai 200 euro si stanno valutando i costi di entrambe le misure e soprattutto quali siano le più impattanti sulla vita degli italiani, interverremo in questo senso nel decreto di luglio“.
Si parla di due misure perchè sul piatto, oltre alla proposta di azzerare IVA per pane e pasta, alimenti base della dieta mediterranea, si valuta la riduzione dell’IVA per pesce e carne dal 10 al 5 per cento.
Codacons, dal canto suo, analizza per bene le proposte e replica con una soddisfazione a metà: “Si all’azzeramento dell’Iva su pane e pasta, ma la misura deve essere estesa a tutti i prodotti alimentari, perché non basta intervenire solo su tali beni”. La motivazione è semplice: il rincaro riguarda la maggior parte dei prodotti alimentari, e costruire una misura davvero efficace non può ridursi al coinvolgimento di 4 categorie di alimenti.
Spiega l’associazione in difesa dei consumatori: “L’elenco dei maxi-rincari che nell’ultimo periodo hanno interessato il comparto dell’alimentazione è lunghissimo, e rende necessario in intervento che abbracci tutti i beni alimentari. Oggi un chilo di pasta, in base ai dati Istat rielaborati dal Codacons, costa in media il 22,6% in più rispetto allo scorso anno, mentre il pane è rincarato dell’11,4%. Coinvolti dagli aumenti dei listini anche frutta, verdura, latticini, olio, acqua, tutti beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno, e per questo si rende indispensabile un intervento volto ad abbattere l’Iva e riportare i prezzi al dettaglio alla normalità”.
L’elenco dei rincari mostrato da Codacons nel comunicato stampa del 25 luglio 2022 è molto lungo, e per brevità d’informazione si riportano solo gli esempi più lampanti. L’olio di semi ha subito una maggiorazione di prezzo del 68,7%, mentre il burro “solo” del 28,1%. La recente caduta del Governo mette come priorità un nuovo assestamento. Nel frattempo ci si augura che tra le priorità rientri anche l’aiuto ai cittadini con un futuro che si stringe sempre più dentro un imbuto.