Con la caduta del governo Draghi in molti si chiedono cosa accadrà ai percettori del Reddito di Cittadinanza e della NASPI
Il mese di luglio avrebbe dovuto segnare l’erogazione del bonus da 200 euro una tantum deciso dal governo Draghi ed inserito del Dl Aiuti. Si tratta di un incentivo pecuniario per aiutare gli italiani in questo particolare periodo storico segnato da una forte inflazione e dall’aumento delle materie prime.
Ad ora gli unici ad aver ricevuto il bonus sono stati i pensionati con appositi requisiti: per loro il bonus è stato inserito direttamente nell’assegno pensionistico del mese di luglio. Ancora devono invece riceverlo i beneficiari del Reddito di Cittadinanza ed i lavoratori sia dipendenti che autonomi.
Nonostante la caduta del governo Draghi i soldi per il bonus sono stati stanziati per cui anche queste categorie riceveranno il bonus, probabilmente nel corso del mese di agosto. E’ certo però anche il fatto che il bonus non sarà prorogato e che di fatto l’indennità resta proprio “una tantum”, ovvero erogata una sola volta.
Come ben sappiamo il 25 settembre gli italiani andranno al voto per scegliere il nuovo governo e, per difendere il potere d’acquisto delle famiglie italiane è stata avanzata qualche proposta che riguarda pensionati e percettori del Reddito di Cittadinanza e della Naspi. Per i pensionati si prevede un adeguamento della pensione all’inflazione mentre per i lavoratori, la strada intrapresa è quella di un taglio contributivo totale dell’1,6%.
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Ad essere esclusi da ogni beneficio potrebbero invece essere tutti coloro che non hanno un reddito da lavoro. Le operazioni volte ad aumentare gli stipendi e pensioni meritano proprio a premiare chi ha o ha avuto un lavoro per cui dalle misure del Dl Aiuti bis potrebbero restare fuori i percettori del Reddito di Cittadinanza e della NASPI.
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Nel dettaglio resterebbero fuori i percettori del Reddito di Cittadinanza, salvo chi non ha anche un contratto di lavoro, i titolari NASPI, i precari e tutti coloro che svolgono lavori discontinui. Tutte queste categorie non potrebbero beneficiare degli aiuti che il governo intende mettere in campo sul fronte dell’abbattimento dei contributi che gravano sullo stipendio dei dipendenti.