Attesa per le novità in arrivo nei prossimi giorni, cosa decide il governo per la busta paga dei dipendenti
La scelta dei bonus per contrastare gli effetti dell’inflazione che sta investendendo l’economia italiana sarà abbandonata dal Governo. Sostenere il potere d’acquisto degli stipendi continua a essere tuttavia uno degli scopi principali dell’esecutivo dimissionario, in vista della stagione autunnale che si prevede assai difficile sul fronte economico.
Al posto dei benefici una tantum, il percorso scelto è per riforme più strutturali che siano in grado di pesare su buste paga e pensioni dei contribuenti. L’attesa è per l’imminente decreto aiuti bis in arrivo nelle prossime ore. L’esecutivo del dimissionario Presidente del Consiglio Mario Draghi sta per avanzare interventi più organici e solidi con una durata maggiore, lasciando al prossimo governo le nuove e definitive riforme del costo del lavoro.
I lavoratori coinvolti dalle modifiche saranno quelli che ragggiungono le soglie dei 35 mila euro lordi l’anno, quella dei 28 mila e quella dei 15 mila euro, aumentando l’esonero contributivo in busta paga. Si passerà dall’0,8 per cento all’1,8 per cento, con un’aliquota contributiva a carico dei lavoratori pari al 7,39 per cento.
In pratica si tratterà di un vero e proprio taglio al cuneo fiscale attuato in base agli scaglioni di reddito:
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La modifica delle buste paga avrà valore retroattivo, e si applicherà anche al mese di luglio con gli aumenti presenti nei cedolini del mese successivo. La durata della misura invece è preventivata fino al dicembre 2022, quando sarà il nuovo esecutivo ad impostare la riforma organica del costo del lavoro in Italia.
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Quindi resta l’attesa per le scelte che prenderà il governo e che avranno un peso notevole sugli scenari prossimi e sulle tasche dei dipendenti, anche se molte sono le categorie di lavoratori che resteranno escluse. I bonus una tantum resteranno un ricordo, al loro posto interventi più continui e duraturi. Ma è troppo presto per esprimere un giudizio sulle decisioni prese in considerazione degli effetti che avranno sul bilancio della spesa previdenziale.