Pagare il canone Rai per errore è una situazione in cui probabilmente si ritrovano pochissimi italiani ma, dato il rapporto particolare che gli utenti hanno con questa tassa, i truffatori sfruttano anche l’astio nei confronti del canone per portare avanti le loro operazioni criminali
Mentre riflettiamo su ciò che potrebbe accadere con l’arrivo del nuovo Governo al canone Rai, si registrano episodi di truffe costate migliaia e migliaia di euro a sprovveduti utenti che hanno creduto di essere destinatari di un rimborso.
La storia che vi raccontiamo riguarda una utente residente in Emilia Romagna ma la dinamica del raggiro di cui la signora è stata vittima va conosciuto ed esaminato perché questo genere di comportamenti criminali può essere facilmente ripetuto in zone diverse del Paese. Risulta quindi necessario tenere gli occhi aperti. Vediamo, quindi, che cosa è successo nello specifico.
Per capire con quanta facilità si può cadere nel tranello di un finto rimborso occorre tenere presente che il canone Rai è una tassa a tutti gli effetti e che quindi esistono casistiche di soggetti che non hanno l’obbligo del pagamento. Tra gli utenti che possono richiedere il rimborso o l’esenzione dal pagamento ci sono le persone anziane pensionate con un reddito complessivo familiare non superiore agli 8 mila euro e che abbiano compiuto 70 anni.
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Questa fascia di utenti è però, purtroppo, anche composta dalle prede cui più spesso i truffatori si avvicinano per portare a termine i loro raggiri. Ed è proprio una signora anziana che è caduta vittima delle parole di una sedicente addetta al rimborso del canone. L’anziana donna si è lasciata convincere a far entrare la truffatrice in casa e, con la scusa di controllare la documentazione, si è fatta aprire la cassaforte da cui poi la criminale ha portato via denaro contante e preziosi per una cifra totale di circa 34 mila euro.
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A riportare la notizia sono i colleghi del Corriere di Romagna che segnalano, come del resto anche noi, la reiterazione di questi reati soprattutto ai danni di persone anziane che, più facili alla distrazione, vengono spesso convinte a parole ad aprire casseforti e a fornire documenti personali con cui poi vengono messi a segno i colpi.