Il governo uscente e le parti sociali hanno deciso di affrontare i prossimi mesi di inflazione aumentando le buste paga
Governo uscente e parti sociali si sono incontrati per un confronto sulle modalità di intervento per affrontare i prossimi mesi al cospetto dell’inflazione. Infatti, per i sindacati il bonus una tantum non avrebbe potuto rappresentare una soluzione congeniale. Piuttosto, i rappresentanti di lavoratori e pensionati hanno spinto per un altro tipo di intervento.
Infatti, si è deciso di agire sul cuneo fiscale aumentando le buste paga in luogo di una replica del bonus da 200 euro. Si tratta della riduzione delle tasse che i datori di lavoro sono tenuti a versare in busta paga. Tagliare il cuneo fiscale significa prendere una quota di tasse versate insieme alle buste paga e spostarle sulla parte netta, ossia nello stipendio che finisce nelle tasche dei lavoratori.
In tal modo i lavoratori si ritroveranno sul netto maggiori entrate e per un tempo duraturo. L’aumento mensile non equivale a 200 euro ma non è una tantum. Infatti, l’intervento potrebbe partire già dalle buste paga che si riferiscono al mese di agosto e fino a dicembre.
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Successivamente sarà il nuovo governo che si formerà dopo l’elezione del Parlamento del 25 settembre, a stabilire gli interventi. Non tutte le buste paga saranno favorite dall’aumento. Infatti, questo riguarda soltanto i lavoratori con reddito personale fino a 35.000 euro lordi.
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In caso di conferma ciò vuol dire che i lavoratori che guadagnano fino a 35.000 euro annuo lordi si ritroveranno già per le buste paga del prossimo mese un aumento dovuto al taglio del cuneo fiscale. Si lavora per arrivare a questo obiettivo di tagliare il cuneo già sulle buste paga di agosto. Nel caso i tempi tecnici non fossero tali da raggiungere l’obiettivo, con certezza già dalle buste paga relative al mese di settembre si vedranno gli aumenti prefissati i cui importi non sono ancora noti.