Attenzione durante il soggiorno d’agosto, il prelievo può mettere di fronte il titolare della carta ad una spiacevole sorpresa. Ecco quale
I nostri portafogli sono diventati, chi più chi meno, un deposito di carte magnetiche, di tutti i generi; non ci riferiamo, in verità alle miriadi di raccolta punti che contornano le nostre vite, ma al fatto che anche – ad esempio – la vecchia carta di identità (di solito, giunta al rinnovo in condizioni malandate) non è altro che un documento, sì, dotato della sua banda magnetica. Ovviamente, ben visibile, teniamo la carta bancomat.
In effetti, le carte utilizzate sul piano finanziario sono, per prassi assodata, più di una: abbiamo intestata, di consuetudine, una carta bancomat, una ricaricabile, fino – da non ignorare – alla carta di credito. Come ci insegna Poste Italiane, anche il “Libretto Smart” è tutt’altro che pieghevole: si tratta anch’esso di una carta magnetica. Certamente, la carta bancomat a portata di mano è come disporre all’istante di una ben più ampia somma di denaro, oltre il contante che, in fondo, non ci abbandona mai.
È di fatto un segno dei tempi: la carta bancomat si è adattata perfettamente all’ascesa dei pagamenti elettronici presso i negozi, gli uffici o per gli acquisti on line. Gli ultimi obblighi della normativa hanno di sicuro incentivato un certo abbandono del contante, dal momento che, come da legge, ogni titolare d’impresa deve disporre di un dispositivo POS. Talvolta, quest’ultimo non è considerato unanimemente una certezza; qualcuno, suggerito dalla propria diffidenza verso certi ambienti commerciali, vira per il pagamento in contante, evitando un eventuale rischio di clonazione della carta.
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Non dimentichiamoci il ruolo principale del bancomat: il prelievo. Anche in questo caso, la capillarità degli sportelli automatici ATM ha generato nei decenni un’abitudine, declinata con il ritiro di una somma di denaro presso lo stesso sportello, presso lo sportello di fiducia. Non siamo costretti a ritirare molti soldi col rischio di tenerceli in casa, con tutto ciò che di delicato comporta dal lato della sicurezza e di un senso di tranquillità. Basta una quantità congrua di contante, perché di sportelli ne troviamo ognidove.
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Persino in vacanza. Non c’è località di mare o di montagna, specialmente con vocazione turistica, che non abbia il suo ATM, preso d’assalto dai numerosi ospiti stagionali. In questi tempi, in cui le banche stanno ripensando la conservazione del servizio di prelievo – prediligendo i servizi digitali – e le attuali commissioni sono messe in discussione per compensare gli oneri di mantenimento, purtroppo il vacanziero non potrà fare a meno di sfuggire ad una spesa: le commissioni. Dovrà dunque mettere in conto che prelevare da un istituto di credito differente da quello emittente la tessera, comporta delle provvigioni, tra l’altro quelle più alte, la cui filiale scarica sull’utente. Ed in vacanza, un tale episodio è altamente probabile.