Controlli Superbonus, chi non è in regola dovrà restituire tutti i soldi?

Con i fondi per le ristrutturazioni in esaurimento, continuano ad essere setacciati i casi di presunte irregolarità. Cosa sta succedendo

Controlli Superbonus, chi non è in regola dovrà restituire tutti i soldi?
Superbonus edilizio (Foto Adobe)

La ripresa economica, quella che ha accompagnato la ripartenza dopo i lunghi mesi bui dell’emergenza sanitaria, si è distinta per effetti e conseguenza contrastanti. Come è normale che accada in un Paese come l’Italia, l’allora governo Conte ha concentrato le aspettative di riaccensione del motore economico nazionale sul settore edilizio, dando ad esso e alle iniziative messe in campo un indirizzo in chiave di sostenibilità ambientale.

Si è dunque aperto un lungo corso di programmi che hanno coinvolto le imprese edilizie e, ovviamente, i cittadini: il varo del Superbonus 110% ha incentivato ristrutturazioni e adeguamenti tecnici e tecnologi sugli spazi comuni degli edifici abitativi e presso gli appartamenti, modernizzando gli impianti di condizionamento, caldaie, serramenti climaticamente efficienti, adeguando le facciate ad una coibentazione altrettanto efficiente, nonché installando pannelli solari e abbattendo le barriere architettoniche.

Controlli Superbonus, i casi che saranno sottoposti a verifica

Controlli Superbonus, chi non è in regola dovrà restituire tutti i soldi?
Superbonus edilizio (Foto Adobe)

Come sappiamo, l’iniziativa ha avuto un enorme successo, grazie al fatto che con questo bonus lo Stato ha finanziato interamente i lavori mediante modalità a scelta del contribuente: detrazioni fiscali delle spese, sconti in fattura e cessione del credito verso le banche. Il riscontro positivo, però, ha gradualmente lasciato spazio ai timori dei beneficiari. I fondi inizialmente stanziati sono stati pari a 33,3 miliardi di euro, che dovevano bastare fino al 2027.

Soltanto fino a giugno di quest’anno, lo Stato ha erogato 33,7 miliardi di euro. Insomma, i soldi sono esauriti e dall’attuale governo non trapela alcuna intenzione di rifinanziare il complesso piano. Nel frattempo, però, ulteriori richieste di cessione del credito sono arrivate sul tavolo degli istituti di credito, i quali non le hanno accettate (per legge, l’obbligo è di accettarle) in conseguenza dei mancati rimborsi statali.

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La presenza di comprovate irregolarità, in particolare tra le aziende dell’edile, ha costretto l’Agenzia delle Entrate ad effettuare controlli a tappeto: il focus delle verifiche si concentra su fatture, ricevute fiscali e copie dei pagamenti o bonifici relativi ai lavori; sulle certificazioni attestati i titolare degli immobili. Nel caso di parti comuni degli edifici, si richiede la delibera dell’assemblea condominiale e la tabella millesimale di ripartizione delle spese; infine, una una copia dell’asseverazione trasmessa all’ENEA per gli interventi di efficientamento energetico.

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Ciò è dovuto al fatto che alcune aziende hanno giocato sporco, talvolta fatturando dei lavori, quando erano al solo status di preventivo e nessun intervento è stato poi messo in opera. Verrà altresì richiesta la restituzione delle somme ricevute per le irregolarità da parte del contribuente: in caso di eccessiva differenza tra il credito e il reddito del richiedente; idem per l’eccesso di fatture scontate e il valore dell’immobile.

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