Uno dei nodi cruciali delle biciclette in città è la sicurezza sulle strade. Il nuovo piano governativo intende favorire la mobilità ciclistica
Il settore trasporti è tra quelli che incidono maggiormente sull’impatto ambientale del pianeta. Poco si può fare per i trasporti merci, se non incoraggiare e sperimentare i veicoli elettrici. Mentre invece per la mobilità urbana si potrebbe fare molto di più. I veicoli a due ruote, specialmente nelle grandi metropoli italiane, sono penalizzati dall’alta circolazione di veicoli. Chi si sposta principalmente in bicicletta corre quotidianamente grandi rischi, nonostante dovrebbe essere premiato per la sua scelta.
E non sono d’aiuto all’ambiente neanche i monopattini elettrici, che rendono i centri delle città una sorta di parco giochi per turisti ed adolescenti. Mentre invece la vera sostenibilità ad emissioni zero è quella della bicicletta.
Come riporta l’Asvis, Associazione italiana per lo sviluppo sostenibile, “secondo i dati dell’Eurobarometro riferiti al 2019, in Italia lo share modale per le biciclette, cioè la percentuale di spostamenti con questo mezzo di trasporto, è pari solo al 4%, con ampie differenze rispetto ad altri Paesi europei, come l’Austria (8%), il Belgio e la Danimarca (12%), la Svezia (21%) e i Paesi Bassi (41%)”.
E la situazione non è mutata particolarmente. Specialmente nelle città con assenza o quasi di piste ciclabili che rendono più sicura la circolazione. La pandemia ha rappresentato una parentesi felice sotto il punto di vista della mobilità sostenibile. Si registra che nel 2020, anche grazie agli incentivi pubblici, sono state vendute circa 2 milioni di biciclette, il 17% in più rispetto all’anno precedente.
Tuttavia possedere una bicicletta di per sé non è una spinta alla circolazione sostenibile. Lo è l’utilizzo vicario all’automobile o al motorino. Ed in questo deve intervenire il settore pubblico delle infrastrutture per far sì che i cittadini benintenzionati non vengano scoraggiati dal rischio per la propria vita.
Il 3 agosto il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) ha approvato il Piano generale della mobilità ciclistica 2022-2024, in linea con le indicazioni europee per la mobilità sostenibile. Il finanziamento già assegnato è pari a 943 milioni di euro, su un valore complessivo di circa 1,2 miliardi.
Le parole chiave del piano, che intende dare maggiore spazio alle biciclette nel breve e medio periodo, sono economia, salute, sicurezza ed ecologia. Tutti valori che un ciclista può apprezzare ma che possono essere messi in pratica solo con uno sforzo pari alle intenzioni.
Per quanto riguarda la sicurezza, nodo centrale, è previsto un “miglioramento della segnaletica, la creazione di uno spazio condiviso tra i diversi utenti della strada, la realizzazione e il potenziamento delle piste ciclabili. Misure per rendere più sicure le strade, come, ad esempio, ridisegnare lo spazio pubblico, migliorare l’illuminazione e la visibilità dei ciclisti, intervenire sulle intersezioni a raso e introdurre nuove norme per la sicurezza dei ciclisti. Tra le azioni previste anche l’adozione del modello “Città a 30km/h”, riducendo la velocità massima consentita nei centri urbani a 30 chilometri orari. Queste misure, unite a un aumento degli spostamenti con bicicletta, possono contribuire anche alla diminuzione degli incidenti stradali”.
E soprattutto ciò che va mutata è la mentalità generale sui trasporti privati e sugli spostamenti. Tanto più che con l’aumento del costo della benzina muoversi in bicicletta è molto più economico. Per questo sono previsti dal piano spazi appositi su treni ed autobus, per incrementare anche la mobilità mista sulle lunghe tratte stradali. E se le promesse saranno pari alla realizzazione, le scuse per non ricorrere all’unico mezzo di spostamento davvero sostenibile verranno meno.