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Diritti

Divieto di balneazione a Nettuno: i cittadini non lo sanno e continuano a fare il bagno

Il Codacons informa che l’ordinanza è stata emessa dal sindaco di Nettuno, tuttavia di cartelli non si è vista traccia

Divieto Balneazione (Foto Adobe)

I divieti di balneazione possono essere prescritti per differenti motivi, tutti attinenti alla sicurezza dei bagnanti. In linea di massima i gruppi principali si racchiudono in due cause. Il mare troppo mosso, e quindi a rischio di annegamento, e le acque non praticabili perché infette ed a rischio malattie. Nel secondo caso è il decreto legislativo n. 116/2008 che ha recepito la c.d. Direttiva Balneazione (Direttiva 2006/7/CE) in materia di gestione della qualità delle acque di balneazione.

Il Codacons, in un comunicato stampa del 21 agosto 2021, esprime dissenso contro la politica, che l’associazione ritiene volontariamente condotta, del Comune di Nettuno, in virtù di una minaccia al profitto turistico. Nella spiaggia dei Marinetti, che si trova tra il Comune di Nettuno ed il comune di Anzio, entrambe località marittime in prossimità di Roma, è stata emessa un’ordinanza che vieta la possibilità di fare il bagno in quanto è stata appurata la presenza di Escherichia Coli ed enterococchi nell’acqua. La causa molto probabilmente è imputabile agli scarichi fognari non depurati o mal disinfettati in prossimità della spiaggia.

Solo che le persone che affollano le spiagge continuano a fare il bagno, in quanto non è presente cartellonistica adeguata che segnali il divieto di balneazione. Questo grave comportamento del Comune – denuncia il Codacons – mette a rischio gravemente la salute dei bagnanti, con la “possibilità di contrarre malattie a propagazione oro-fecale (da virus, elminti, salmonelle, leptospire, eccetera)”.

Per legge il “censimento” delle acque balneabili spetta in prima battuta alle Regioni, che ogni ano hanno l’obbligo di esaminare le acque ed identificare le aree non praticabili. I comuni, a seguire, sono tenuti a delimitare le aree non balneabili prima dell’inizio della stagione estiva ed eventualmente, anche in corso d’opera, delimitare le zone vietate alla balneazione qualora, si verifichi una situazione inaspettata che ha, o potrebbe verosimilmente avere, un impatto negativo sulla qualità delle acque di balneazione o sulla salute dei bagnanti.

In conseguenza a determinati occorrimenti, anche temporanei, il comune deve apportare adeguata e visibile cartellonistica che metta in guardia i bagnanti dalle acque non praticabili ed inquinati. Il fatto che il comune di Nettuno non abbia provveduto è un fatto molto grave, ascrivibile al pericolo di limitare gli introti derivanti dalla stagione più turistica, e quindi proficua, dell’anno.

Anche in nome del recupero di denaro questo comportamento non è giustificabile. Dalla pandemia in poi, e probabilmente anche in precedenza, l’eccessiva tolleranza in virtù del recupero dei consumi ha condonato fin troppi comportamenti scorretti e dannosi. Che alla fine dei conti ricadono sulla collettività.

Conclude il Codacons, attraverso le parole del suo presidente, Carlo Rienzi: “Siamo stufi di questi strani fenomeni, sparsi in tutta Italia: batteri che arrivano e vanno via appena il sindaco dice di andare via, perché c’è bisogno di turismo. I cittadini hanno il diritto di fare il bagno senza rischiare infezioni e malattie: in caso non sia possibile devono essere informati adeguatamente della condizione delle acque in cui vorrebbero immergersi”.

Pubblicato da
Giulia Borraccino