La cartella esattoriale viene inviata dal’Agenzia delle Entrate per notificare dei debiti con il fisco. In alcuni casi si può richiedere l’annullamento
I debiti fiscali vengono convertiti in cartella esattoriale, o se è più di uno, cartelle esattoriali. I contribuenti che hanno pendenze fiscali hanno potuto beneficiare di sospensioni degli invii durante la pandemia. Nonostante il lavoro degli agenti di riscossione sia ripreso da quasi un anno, i contribuenti con debiti pendenti sono molti. L’Agenzia delle Entrate ha disposto dei piani di agevolazione fiscale, come Saldo e Stralcio e Rottamazione ter.
Nello specifico, in questo modo si può accedere alla rateizzazione dei debiti, rispettando le scadenze. Inoltre si viene condonati da eventuali more e sanzioni conseguenti ai ritardi nei pagamenti. Se non si rispettano le scadenze si rischia di decadere dai piani agevolati e ricevere una cartella esattoriale in cui il contribuente è obbligato a versare tutti i debiti in un’unica soluzione comprensivi di more ed interessi.
Cartella esattoriale, in quali casi si può chiedere l’annullamento
La cartella esattoriale deve essere notificata ufficialmente, tramite un messo o raccomandata con ricevuta di ritorno. Con la spinta alla digitalizzazione, l’Agenzia delle Entrate può ovviare anche tramite PEC, ovvero la posta elettronica certificata, che ha la stessa ufficialità della raccomandata.
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È stabilito che per le comunicazioni ufficiali, la PEC da cui viene inviata la notifica per l’invio della cartella esattoriale, deve essere iscritta nella lista degli indirizzi presenti nei registri pubblici ufficiali. Nel caso in cui, ad esempio, un dipendente invii con una PEC privata non iscritta nel registro, si può presentare ricorso alla Commissione tributaria per vizio di notifica. un’eventualità di questo tipo è accaduta ad un imprenditore di Assisi, che è riuscito a farsi annullare 71 cartelle esattoriali, per un ammontare di un milione e 400mila euro.
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Una sentenza della Cassazione di Napoli ha decretato che anche l’indirizzo pec del mittente deve essere necessariamente presente negli elenchi pubblici. In caso contrario si entra in una controversia tributaria per cui l’annullamento della cartella esattoriale può essere richiesto.