Un rapido sguardo ai programmi di partiti e coalizioni in vista delle elezioni del 25 settembre, dal Reddito di cittadinanza alle pensioni
In un clima di crescenti preoccupazioni per gli aumenti dei prodotti energetici e i timori di razionamenti e recessione economica, il Paese si avvia alle elezioni di settembre. La campagna elettorale finora è stata abbastanza sotto tono, coincidente con il periodo delle vacanze. Una novità per gli elettori italiani, ma di certo il dibattito si farà molto più acceso con l’approssimarsi del voto.
In realtà i temi del confronto politico sono molto sentiti dai cittadini, nonostante l’eccessiva personalizzazione della discussione intorno ai leader degli schieramenti. Partiti e coalizioni, definite le liste dei candidati, hanno stilato ormai i loro programmi da presentare agli elettori. Toccando temi sociali ed economici e carattizzandosi per il loro orientamento nelle questioni dei diritti civili.
I vari programmi dei partiti politici in vista delle elezioni di settembre
La coalizione di centrodestra è capeggiata dalla Meloni. Ha presentato un programma unitario intorno ai consueti argomenti portati avanti dalla destra dalla riforma costituzionale con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica alla lotta all’immigrazione, dalla riforma fiscale con l’introduzione della flat tax alla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Non ultimo la revisione del Reddito di cittadinanza, con Fratelli d’Italia decisamente schierato per la sua abolizione.
Il programma del Partito democratico e dei suoi alleati è incentrato sulle questioni dei diritti e della transizione ecologica e digitale. In economia è proposto un aumento di una mensilità per i dipendenti con incrementi salariali per i lavoratori, con attenzione particolare al mondo della scuola. Letta e i suoi sostengono inoltre lo Ius scholae e il ddl Zan, una legge sul fine vita e la legalizzaione della cannabis per uso personale.
Il progetto di Sinistra italiana e Verdi di Fratoianni e Bonelli, legati al Pd con un’intesa elettorale, prevede innanzi tutto in materia economica l’introduzione del salario minimo, l’incremento delle energie rinnovabili e il no fermo al nucleare, oltre alla riduzione dell’uso della plastica e delle emissioni inquinanti. La difesa della Costituzione repubblicana e antifascista resta il fondamento della sua proposta politica.
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Il Movimento 5 stelle di Conte, che si presenta in solitaria agli elettori, sostiene in economia il salario minimo e l’eliminazione di stage e tirocini gratuiti, in più un nuovo Superbonus energia e imprese. Per la riforma del fisco avanza l’idea di abolire l’Irap. Sui diritti civili propone il matrimonio egualitario, una legge contro l’omotransfobia e infine lo Ius scholae.
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Per concludere la coalizione tra Italia viva e Azione, guidata da Calenda, propone l’energia nucleare per le emissioni zero nel 2050, l’eliminazione del Reddito di cittadinanza dopo il primo rifiuto e il salario minimo per l’economia. Per le questioni istituzionali l’elezione diretta del premier, il superamento del bicameralismo e il rispristino della prescrizione soostanziale.