Quali conseguenze avrà per le bollette energetiche l’aumento incontrollato dei prezzi del gas nei mercati europei
Con gli aumenti fuori controllo dei prezzi del gas il pericolo di forti tensioni speculative e ricadute sui costi dei prodotti energetici, compresa l’elettricità, è sempre più concreto. Nella giornata del 25 agosto il gas è stato quotato a 325 euro per megawattora confermando l’esterma volatilità del mercato energetico in questi giorni.
Tra le cause di questa spinta verso l’alto dei prezzi del gas, la notizia che la Russia chiuderà il gasdotto Nord Stream per manutenzione tra il 31 agosto e il 2 settembre. Queste tensioni si riflettono sugli indici dell’inflazione in crescita in tutta Europa con aumenti generalizzati in tutti i settori produttivi e commerciali.
Tra le cause di questa situazione c’è sicuramente il conflitto tra Ucraina e Russia, ma non solo. In evidenza sono le speculazioni che avvengono ad Amsterdam presso il Title transfer facility (Ttf), il mercato energetico europeo. È li che si contrattano i prezzi del gas ed è li che avvengono le speculazioni al rialzo. Perché secondo molti analisti la guerra e le sue conseguenze non giustificano questi aumenti.
A questa situazione si aggiunge la difficoltà dell’UE di trovare una strategia comune che preveda un tetto ai prezzi del gas. Infatti alcuni paesi, con in testa l’Olanda, si oppongono a limitazioni delle liberalizzazione a del mercato, in particolare al Ttf divenuto ormai un vero e proprio mercato finanziario.
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I piani europei prevedono al momento solo risparmi per il prossimo inverno con un taglio complessivo del 7 per cento nei consumi. Per l’Italia vuol dire 3,9 miliardi di metri cubi in meno di gas e una riduzione dell’uso di gas ed elettricità per illuminazione e riscaldamento. Non solo, i prezzi vertiginosi dei prodotti energetici si riflettono sulle imprese e sulle famiglie con aumenti delle bollette che per alcuni potrebbero essere del 500 per cento negli scenari peggiori.
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La chiusura completa dei flussi di gas russo significherebbe per il Paese una diminuzione di circa il 20 per cento delle forniture necessarie per il sistema produttivo, con famiglie ed imprese costrette ad affrontare bollette energetiche sempre più alte e insostenibili. A questo punto i piani di austerità con riduzioni nelle forniture private e pubbliche potrebbero essere inevitabili.