Quando si è in vacanza, nonostante ci si voglia rilassare, si deve comunque prestare attenzione al cibo, evitando le tossinfezioni
Quando si è in vacanza si tende a staccare la spina, non pensare a nulla e godersi solo il meritato e tanto atteso relax. Ma i problemi potrebbero essere sempre dietro l’angolo, alcun anche parecchio gravi. Prestare attenzione a ciò che si mangia purtroppo, è tra quelle azioni alle quali non ci si può esimere soprattutto se si viaggia in paesi esotici e con regolamentazione sugli alimenti diversi da quelle italiane.
Per molti aspetti, oltre al fatto che il cibo direttamente possa essere contaminato o non buono, è l’organismo che non è abituato a determinati alimenti provocando seri problemi che possono andare da una “semplice” gastroenterite fino a provocare anche danni più definitivi, o peggio, la morte. Ovviamente non si deve evitare di viaggiare, non cibarsi o stare in perenne apprensione, ma sarà necessario prestare attenzione a piccoli aspetti che potrebbero sembrare futili, ma che potrebbero salvare la situazione.
L’Iss, Istituto Superiore di Sanità, comunica ci siano più di 250 tossinfezioni alimentari nel mondo. Le zone maggiormente a rischio sono il Sud-Est asiatico, il Medio Oriente, l’Africa Centrale e l’America Latina. Le condizioni igieniche alquanto precarie fanno si che anche il cibo sia esposto maggiormente a contaminazioni. Inoltre non cuocendoli o conservandoli nel modo inadatto si va incontro ad una prolificazione di germi e batteri che poi vengono a contatto con l’organismo umano con l’ingerimento dell’alimento.
Non solo, i rischi sono anche legati a cibi tossici di natura come alcuni funghi, erbe o pesci, ma anche contaminati da metalli pesanti o pesticidi. I sintomi delle tossinfezioni possono essere vari e diversi di caso in caso, così come le conseguenze che possono essere da una “semplice” gastroenterite a più gravi, come la morte. “In più c’è lo svantaggio che, rispetto ad alcuni batteri autoctoni di determinate aree del mondo, l’organismo di un abitante europeo non ha sviluppato anticorpi e quindi risulta più vulnerabile” spiega la ricercatrice e nutrizionista del CREA (Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione) Laura Rossi, come riportato da Il Fatto Alimentare “Bisogna comunque considerare che la cottura abbatte drasticamente il rischio di infezione, la maggior parte dei microrganismi è infatti sensibile al calore e, in alcuni casi, viene neutralizzata già alla temperatura di 65°C. Pertanto, la prima regola da osservare è non mangiare alimenti crudi o poco cotti“.
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Gli alimenti ai quali prestare attenzione sono:
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Inoltre fare attenzione allo street food che anche se sia il miglior modo per conoscere l’arte culinaria locale, questi non seguono le norme alle quali sono soggetti i ristoranti, potendo rappresentare un grande pericolo. Comunque un buon consiglio è portare con se quando si è in viaggio integratori di sali minerali, fermenti lattici e reidratanti orali. Nel caso in cui però si presentino sintomi più gravi come presenza di sangue nelle feci o urie e febbre sarà necessario rivolgersi ad un medico.