I contratti di comodato d’uso per un immobile sono soggetti a registrazione ed agevolazioni IMU. Ma solo in alcuni casi
Se si ha un appartamento vuoto si può scegliere di lasciarlo tale, con spese accessorie per il mantenimento e tasse come l’IMU, oppure metterlo a reddito affittandolo. In questo caso, oltre alle tasse sulla locazione, si deve pagare l’imposta municipale unica ogni anno, suddivisa in due tranche, una a giugno ed una a dicembre. In alternativa si può decidere di cedere l’immobile in comodato d’uso gratuito.
Il comodato d’uso deve essere registrato:
Al momento della registrazione si paga un’imposta di bollo, ormai telematica, per il valore di 16 euro ogni 4 facciate del contratto e comunque non oltre le 100 righe scritte. Queste sono le spese principali per cedere un immobile in comodato d’uso.
Cedere un immobile in comodato d’uso, ad un figlio o ad una persona di fiducia, è anche un modo per semplificare le pratiche di successione. Chi cede l’immobile gratuitamente può avere accesso a delle agevolazioni sul pagamento dell’IMU per la seconda casa. L’imposta muicipale infatti, viene ridotta in virtù del fatto che la cessione dell’immobile venga fatta gratuitamente, e quindi che il soggetto non ne faccia reddito.
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Nello specifico, ci sono delle condizioni particolari per usufruire dello sconto del 50% sull’IMU in caso di comodato d’uso gratuito:
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È inoltre necessario che il comodatario sia un figlio o un parente in linea diretta entro il primo grado. Solo in questo modo si potrà avere la riduzione IMU del 50% sull’importo totale. Questa verrà riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate.