In aumento i prezzi di alcuni prodotti alimentari, attenzione sulla spesa nei supermercati che diventa sempre più costosa
L’inflazione che grava in tutta Europa si fa sentire in particolare nel settore dell’agroalimentare. I prezzi al consumo sono cresciuti in maniera vertiginosa rispetto allo scorso anno, raggiungendo per frutta e verdura il 9,7 per cento. A pesare sulla produzione ortofrutticola non solo l’aumento dei carburanti, anche la prolungata siccità che ha colpito duramente l’intero comparto.
La conseguenza di questa impennata dei prezzi è il consistente taglio alle spese dei prodotti alimentari da parte dei consumatori. Secondo Coldiretti le famiglie pagheranno in più 564 euro rispetto lo scorso anno per le spese alimentari. Una condizione destinata ad avere un grave impatto sulle famiglie più povere che assegnano una parte rilevante del proprio reddito all’alimentazione.
Le conseguenze degli aumenti nei supermercati del settore agroalimentare
Pesare sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari anche le speculazioni (che pagano in modo irrisorio le produzioni agricole) e i rincari su tutta la filiera con costi triplicati dalla produzione al consumo. Il risultato di questa situazione è una diminuzione dell’11 per cento degli acquisti nei supermercati di prodotti ortofrutticoli rispetto lo scorso anno.
Nel dettaglio i prodotti con riduzioni più vistose sono le zucchine del 16%, i pomodori del 12%, le patate del 9%, le carote del 7%, l’insalata del 4%, mentre per la frutta si segnala un calo dell’8% per le arance. È l’intera filiera a subire le conseguenze della crisi con aumenti fortissini per concimi (+170%), mangimi (+90%) e gasolio (+129%).
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L’Istat indica una crescita dei prezzi al consumo dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona ad agosto crescono del 9,7 per cento nel mese di agosto, un incremento che non si registrava dal giugno del 1984. Ma a preoccupare ulteriormente il settore sono gli aumenti dei costi energetici nella distribuzione che ancora non sono giunti a pesare sui costi al consumo.
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Il 30 per cento delle spese affrontate dalla distribuzione nei supermercati sono quelle energetiche, con il rischio concreto che alla fine ricadano sui consumatori con un aggravio aggiuntivo per i consumatori. Quindi erosione dei consumi e imprese in difficoltà con chiusure e licenziamenti a peggiorare la situazione economica già delicata.