Tessera sanitaria, la crisi del microchip ostacola l’accesso ai servizi

I consumatori denunciano il rischio di depotenziamento delle prestazioni in ottica della programmazione futura del SSN. Cosa sta succedendo

Tessera sanitaria, la crisi del microchip ostacola l'accesso ai servizi
Accesso ai servizi sanitari (Foto National Cancer Institute on Unsplash)

Nel corso degli ultimi anni il processo di digitalizzazione degli organi istituzionali ha compiuto, in Italia, passi da gigante. I vantaggi della rivoluzione tecnologica in atto sono indubbi: i cittadini sono posti più vicino alla risoluzione delle loro istanze nei confronti della Pubblica Amministrazione; lo snellimento dell’impianto burocratico diviene un fatto concreto in termini di tempo e risorse in campo.

La progressiva capillarità, tuttora nel vivo del suo processo, ha di fatto imposto una sorta di dipendenza tecnologica. In sostanza, l’interruzione per disservizio di un anello soltanto della lunga e avanzatissima catena degli strumenti impegnati dall’apparato, comporta il sistematico blocco di un qualsiasi sistema. Nessun area del problema è circoscrivibile senza che vada in stop il funzionamento dell’intero contesto delle operazione.

Di questo effetto “interruttore” ne siamo testimoni di fronte agli sportelli di un qualunque ufficio pubblico, alle prese col tradizionale blocco dei terminali. Non solo un problema tecnico può entrare in rotta di collisione col normale lavoro di un servizio ai cittadini. Guardiamo, ad esempio, alla sempre più frequente scarsità di materiale per la produzione di componenti tecnologie; può lo stallo del mercato mettere a repentaglio addirittura la garanzia di un diritto?

È possibile, come evidenzia il comunicato del Movimento Consumatori. Si registrano falle nella regolare produzione di semiconduttori, elementi essenziali per la produzione di microchip. Anche quei microchip installati nelle nostre tessere sanitarie. L’Assoutenti denuncia il decreto, passato sotto silenzio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 giugno scorso, con il quale il Governo ha autorizzato la stampa di tessere sanitarie prive dei microchip.

Il pericolo suggerito da questa singolare penuria è che lo strumento referente del rapporto tra cittadini e Sistema Sanitario Nazionale possa limitare l’accesso ai servizi della sanità pubblica, decimando le potenzialità garantite dalle prerogative costituzionali. Colpisce che lo Stato non abbia cercato percorsi alternativi per evitare tale passo indietro nei confronti di un supporto fondamentale per i cittadini.

È altrettanto grave anche il contrasto tra le condizioni di difficoltà sorte e il contesto verso cui si sta fondando una nuova organizzazione delle società. La rivoluzione digitale implementata dai fondi del PNRR subisce infatti una dura battuta d’arresto; quella di una sanità moderna, efficace e tecnologicamente avanzata rischia di rimanere parole di una bella visione. Soffermandoci sul presente, il microchip consente di accedere alle piattaforme della PA tramite la firma digitale, e quindi, sta venendo meno la possibilità di prenotare visite specialistiche.

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