Mentre il governo ha prorogato fino al 5 ottobre il taglio delle accise sui carburanti si alza la tensione tra i gestori delle pompe
L’Italia e l’Europa affrontano una fase delicata per le sorti dell’economia. Il tutto è legato all’energia e al conflitto in Ucraina. Le ultime decisioni sul prezzo fissato per il petrolio russo stanno facendo innalzare i prezzi del carburante. In questa situazione a lamentarsi non sono soltanto gli utenti e le filiere commerciali.
Infatti, a mostrare tensione sono anche i benzinai. Secondo indiscrezioni raccolte da Il Messaggero, sarebbe pronto uno sciopero nazionale già nel mese di settembre. Non è bastato ai benzinai aver prorogato il termine del taglio delle accise sui carburanti. Infatti, la scorsa settimana il governo ha prorogato la scadenza dal 20 settembre al 5 ottobre.
Un provvedimento di soli 15 giorni in più che non ha convinto i gestori dei distributori di carburante. Infatti, il nodo della questione è legato ai consumi. Secondo i benzinai l’aumento del prezzo al distributori peggiora i loro incassi perché gli utenti tendono a consumare di meno.
Leggi anche: Offerta Euronics: super smartphone a quasi metà prezzo
Infatti, i benzinai affermano che l’aumento del carburante provoca una contrazione inevitabile dei consumi e per loro significa abbassare gli incassi. Tuttavia, non è chiaro cosa accadrà dopo il 5 ottobre con i prezzi dei carburanti e quali effetti si avranno al tetto del prezzo del petrolio russo.
Leggi anche: Quest’oggetto farà presto schizzare tutte le bollette
Intanto ad oggi la proroga al 5 ottobre ha rallentato i rincari alla pompa che stavano già risalendo lentamente alla fine di agosto. Tuttavia, gli sbalzi repentini degli andamenti dei prezzi al distributore lasciano intendere che in queste situazioni di tensione c’è sempre chi cerca di speculare per incrementare al meglio i propri guadagni. A rendere precaria la situazione specifica in Italia è il cambio politico in corso. Infatti il 25 settembre gli italiani andranno al voto e da lì ci saranno poi dei tempi tecnici necessari per avere un nuovo governo e un nuovo parlamento realmente operativi.