Inizia la strada verso l’inverno ma l’accensione del riscaldamento delle abitazioni dovrà seguire di netto l’arrivo del freddo. I dettagli
Mentre quotidianamente le notizie sono invase dagli annunci minacciosi di sanzioni da una parte e di chiusura dei rubinetti dall’altra, la crisi energetica è entrata nei portafogli degli cittadini europei, in particolare in Italia. La complicità dell’inflazione ha favorito l’impressionante aumento delle bollette delle utenze domestiche, così come il conseguente aumento dei prezzi sui beni di consumo sta causando il progressivo calo del potere d’acquisto.
Se tra i principali Paesi del vecchio continente non si vede all’orizzonte un disegno di affrancamento dalla dipendenza energetica con progetti di autonomia ecosostenibile, i cittadini devono fare i conti con le esigenze che l’ambiente di casa esprime in termini di consumo e con abitudini sull’orlo di una sistematica revisione. E forse, certo, non bastano quei bonus che, una tantum, vengono calati su quelle spese ormai intollerabili per molti bilanci familiari.
La casa è certamente il terreno su cui si gioca questa drammatica corsa ai ripari. Stiamo tornando a rispolverare vecchi decaloghi per il risparmio: nel corso dell’estate, le istituzioni hanno fatto arrivare tramite gli organi d’informazione le basilari regole per risparmiare il consumo di acqua. E non manca molto per apprestarci a tagliare il consumo di luce e gas durante i mesi invernali.
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In fondo, si tratta di azioni di buon senso più che di regole. Il cambiamento delle nostre (cattive) abitudini, insomma, non è più ulteriormente rinviabile, sia per la disponibilità energetica che potrebbe scarseggiare a partire dal prossimo autunno sia per porre un freno ai contatoti di casa che fanno alzare i costi in famiglia. La partita più dura si giocherà, come è immaginabile, sul piano dei riscaldamenti.
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Il piano di razionamento è vicino, anche se è condizionato dallo sviluppo giornaliero degli eventi. I comportamenti dovranno presto adeguarsi alle inderogabili indicazioni del governo. Al momento sappiamo che i riscaldamenti sia delle abitazioni che degli uffici saranno accesi un’ora in meno e la temperatura da impostare sarà di un grado di meno; l’accensione prevista è stata posticipata di quindici giorni rispetto agli anni passati. I termosifoni dovranno essere impostati a non più di 19 gradi di temperatura. Presso gli edifici a riscaldamento centralizzato verranno svolti controlli a tappeto che prevederanno presto l’applicazione di sanzioni ancora da stabilire.