Focus sull’opportunità di recuperare una cospicua somma di denaro spesa per il mutuo attraverso la dichiarazione dei redditi
L’acquisto di una casa è uno degli obiettivi di vita di molte famiglie. Rappresenta un investimento sicuro e una garanzia per il futuro. Il mattone resta per i risparmiatori uno degli impeghi di capitale preferiti a lungo e a medio termine. Per realizzarlo si accede spesso a mutui e prestiti da parte banche e istituti di credito che forniscono il contante necessario per la spesa da sostenere.
Naturalmente la somma ricevuta deve essere restituita all’ente che ha concesso il mutuo. A tale cifra si aggiungono gli interessi maturati nel corso del tempo in rapporto dell’ammontare del denaro ricevuto e della durata del prestito stesso. Questi sono gli interessi passivi da pagare al creditore e rappresentanto un costo che tuttavia non può oltrepassare una determinata soglia prevista dalla legge.
Le spese sostenute per l’accensione del mutuo possono essere detratte in sede di dichiarazione dei redditi come detrazione d’imposta, con una percentuale del 19 per cento dei costi per interessi passivi e oneri accessori. La cifra massima che si può ottenere per i mutui stipulati prima del 1993 è di 2065,83 euro.
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La detrazione degli interessi passivi può raggiungere invece i 4 mila euro per i mutui sottoscritti successivamente. Le spese per gli interessi passivi possono essere detratte solo a determinate condizioni:
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Altra possibilità di ottenere una detrazione quando il mutuo è cointestato. Le spese per gli interessi passivi e gli oneri accessori sono comunque detraibili al 19 per cento, il tetto massimo totale resta di 4 mila euro e quindi le detrazioni sono al massimo di 2000 euro a testa.