Quando si divorzia tra gli argomenti più spinosi la divisione degli animali domestici, anche per loro c’è l’assegno di mantenimento
Non sempre le promesse di matrimonio equivalgono ad un “per sempre” e dopo quelli che possono essere anni o mesi, si decide che la miglior soluzione per poter continuare a vivere serenamente la propria vita sia intraprendere la strada del divorzio. Sia che sia stato voluto da entrambe le parti o che si intraprenda una lunga causa, non è mai facile. Si vede la propria vita, quello che apparteneva fino a quel momento, diviso in due e dover trovare un accordo su tutto ciò che si ha.
Tra gli argomenti più spinosi indubbiamente l’affidamento degli animali domestici e del loro futuro mantenimento. In molti non sanno che anche in questo caso si portano avanti vere e proprie “lotte” per decidere a chi l’animale tanto amato andrà. A differenza degli altri beni ovviamente, non possono essere divisi in due e quindi come ci si comporta?
Quando si divorzia se si hanno animali domestici si deve anche decidere chi si prenderà cura di loro. Come già detto non sono beni che possono essere divisi a metà per evitare problemi o per donare alle parti in modo uguale la medesima cosa. Si dovrà quindi trovare una soluzione che metta comune accordo tra ex moglie ed ex marito.
Ci sono due situazioni che si potrebbero quindi presentare. La prima riguarda una separazione “consensuale”, ovvero che di comune accordo gli ex coniugi si rivolgono ad un giudice per l’omologazione del divorzio. In questo caso il giudice può e deve omologare anche le disposizioni all’interno dell’accordo che riguardano le decisioni per l’animale domestico, comprensive di un eventuale assegno di mantenimento per coprire le spese che vanno dal cibo alle cure veterinarie.
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Storia diversa se si intraprende la strada di divorziare giudizialmente. In questo caso il Tribunale non sarà tenuto a doversi occupare anche della “questione animali”. Saranno quindi gli ex coniugi a decidere le sorti dell’animale e se non arrivassero ad un accordo non toccherà al giudice decidere a chi vada l’animale né a quanto ammonterebbe un eventuale mantenimento. Unica eccezione la presenza di bambini minori che sono particolarmente legati all’animale, in questo caso per tutelare il minore il giudice deciderà per il futuro dell’animale.
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In conclusione, come riportato dal presidente nazionale dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani a La Repubblica: “Cani e gatti sono spesso oggetto di contesa tra i coniugi e ci sono circa 4 mila cause all’anno che vertono sull’affidamento degli animali domestici” aggiungendo che “come prassi vengono considerati quasi come i figli, quindi si stabiliscono assegni per il mantenimento, per le spese del veterinario, non dipende sempre da chi lo ha comprato, ma spesso da chi lo ha accudito“.