Il caro bollette può diventare bomba sociale. Questa l’opinione dell’Udicon, associazione dei consumatori
Si torna sul caro bollette. Con il piglio in più di un’associazione che difende e si prende cura delle esigenze dei consumatori. E su questo tema non poteva rimanere in silenzio. Da quando l’impennata è diventata un crescendo senza tregua, gli italiani hanno iniziato a temere seriamente “come arrivare a fine mese”. Anche perché non si sta parlando di extra, come ristoranti o viaggi, ma delle utenze domestiche, beni primari nella società odierna. A maggior ragione per chi lavora da casa.
E non è un dettaglio sottolineare che le politiche speculative delle aziende di fornitura energetica che lucrano sui disagi economici sia un trend che deve essere interrotto immediatamente. Il governo si mostra timido a questo approccio, pronto a difendere il liberalismo a tutti i costi. Ed i cittadini, ultima maglia della catena, sono i più penalizzati. Come se ad ogni passaggio della filiera si accumulasse un deficit in più.
Denis Nesci, presidente dell’Udicon, si è espresso senza mezzi termini sul tema: “Paghiamo diversi errori sulle strategie energetiche adottate fino ad oggi. I prezzi di gas e luce sono fuori controllo. La spesa di tutti giorni sempre più cara, mentre tornano ad aumentare i tassi su mutui e prestiti personali. L’impennata dei costi dell’energia, amplificata dalle manovre speculative, sta provocando una serie di reazioni a catena che Governo ed Europa non sembrano in grado di controllare. I dati confermano le nostre supposizioni: il 33% dei consumatori non riuscirà a pagare la bolletta entro la fine dell’anno”.
E la crisi sociale, che tanto i nostri politici sono stati orgogliosi di dichiarare di aver scongiurato durante la pandemia, ora potrebbe facilmente diventare una realtà. Non si deve sottovalutare la potenza del malcontento diffuso e la carica violenta della frustrazione, anche se non più organizzata. Ed a inzupparci il biscotto sono i partiti populisti che sanno su quale leva giocare.
Invece è il governo, con l’aiuto dell’Europa e le misure che ha a disposizione, a dover rimediare alla situazione, anche dando degli svantaggi a chi di vantaggi ne ha da vendere. E torna la questione degli extra profitti delle aziende energetiche.
Denis Nesci conclude il comunicato stampa dell’associazione: “Di questo passo proteste sociali, desertificazione industriale e recessione sono dietro l’angolo. Questa crisi energetica richiede alle Istituzioni una risposta coraggiosa. Ma immediata. L’Europa deve inevitabilmente mettere a disposizione risorse ingenti. Prima che sia troppo tardi per famiglie e imprese”.