Come utilizzare e installare correttamente la stufa a pellet per evitare multe pesanti in diverse regioni italiane
La crisi energetica ed economica non accenna a diminuire e i prezzi di gas ed elettricità sono in aumento costante. Questo spinge famiglie e consumatori a ricercare metodi alternativi al gas come fonte di combustione e di riscaldamento. Le biomasse, in particolare il pellet, riscuotono molto successo. Tuttavia nelle scelta di quest’ultimo bisogna fare alcune attente valutazioni.
Il prezzo del pellet è in aumento per i problemi di approvvigionamento del materiale che proviene soprattutto dall’Est Europa e per i costi di produzione in crescita. Ma non basta, pur di origine naturale, la sua combustione produce particolato e altri inquinanti atmosferici, tanto che alcune regioni italiane hanno limitato l’uso delle stufe a pellet.
Che sanzione si corre con queste stufe a pellet
Le stufe a pellet hanno una classificazione di impatto ambientale che tiene in considerazione rendimenti energetici ed emissioni atmosferiche, non dissimile a quella dei motori degli autoveicoli. Tale classificazione distingue le stufe da 2 a 5 stelle. Un numero maggiore di stelle indica una maggiore qualità ambientale della stufa.
Le stufe che si possono considerare ecologiche e a norma devono avere almeno 4 stelle. Infatti alcune regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna) hanno adottato delle norme di legge per vietare o limitare fortemente l’uso e l’installazione di stufe poco efficienti, spingendo per apparecchi più moderni ed ecologici. A testimonianza dei problemi ambientali di quei luoghi.
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In Lombardia per esempio l’uso di stufe a biomasse è vietato, con multe da 500 a 5000 euro per i trasgressori. Uniche eccezioni gli impanti di ultima generazione con almeno 4 stelle. Inoltre per le stufe a pellet con capacità termica inferiore ai 35 kW è obbligatorio l’uso di combustibile contrassegnato con classe A1 e certificazione da organismo accreditato. Unica deroga in vigore nel Bresciano per gli impianti a pellet (inferiori ai 10 kW di potenza) fino all’ottobre 2024.
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Limiti all’installazione (almeno 4 stelle) e all’uso (utilizzo da tre stelle in su) ci sono in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna con alcune deroghe nelle zone montane delle regioni e se le stufe di classe inferiore sono l’unica fonte di riscaldamento dell’abitazione. Deroghe da verificare attentamente per non incorrere in pesanti sanzioni pecuniarie.