Alle prese con il razionamento del gas, per scaldarsi si fanno avanti alternative delle quali ora arrivano gli incentivi. Di cosa si tratta
Mentre il conflitto russo-ucraino prende pieghe sempre più sinistre, la crisi energetica in Europa sta diventando una vera e propria crisi politica, palesatasi in un graduale stallo decisionale, nelle insicurezze della classe politica comunitaria. Ai cittadini del vecchio continente viene veicolato un unico messaggio: per il prossimo inverno dovremo razionare gas.
Sembra essere soltanto un livello successivo di difficoltà che stanno impattando sul tenore di vita degli individui, assillati dall’inflazione, dall’aumento dei prezzi sui beni di consumo e sul relativo, sproporzionato caro bollette. Sul piano delle scelte di politica interna, in Italia il governo ha puntato sulla strada degli incentivi distribuiti decreto dopo decreto, anche se la discutibilità degli importi verso le fasce più deboli dà l’impressione che si tratti di piccoli adeguamenti ad entrate economiche annosamente alla paralisi della rivalutazione.
Dall’Europa, la Commissione invita ad approfittare di questa circostanza per saggiare i benefici salutistici del freddo, di convertire il bagno nella vasca in doccia fredda e ovviamente di modificare radicalmente i nostri comportamenti domestici in fatto di consumo della corrente elettrica e del gas. Nei principali Paesi del vecchio continente torna lo spettro delle centrali a carbone come contrappeso alla dipendenza energetica; al contempo, però, si presentano le potenzialità delle alternative sostenibili.
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Per convertire l’utilizzo dei classici strumenti di riscaldamento quale l’impianto a caldaia (elettrica e a metano) si pensa di ricorrere all’antico uso della legna da ardere, nei tempi d’oggi, trasformatosi nel funzionamento della stufa a pellet. Quest’ultima, conosciuta stabilmente nei luoghi di montagna in particolare, potrebbe rappresentare, almeno nell’immediato, l'”ultima spiaggia” per difendersi dalle basse temperature invernali.
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Si tratta, il pellet, di un combustibile naturale e biologico anche se non proprio economico; in ogni caso, l’acquisto e l’installazione della stufa offre delle agevolazioni fiscali. Esse si applicano su un importo massimo di spesa pari a 30mila euro, e sono destinate specificatamente alla dotazione di impianti di climatizzazione invernale che abbiano generatori di calore alimentati da biomasse. Il costo viene rimborsato a seguito dell’invio all’ENEA del pagamento dell’impresa installatrice entro 90 giorni dal termine dei lavori, le ricevute dei pagamenti, nonché l’attestazione di asseverazione e APE della certificazione energetica.