Le attuale difficoltà economiche si riversano anche nella spesa dei tanti consumatori che spendono in questo supermercato. Cosa succede
Da una parte, quando si entra in un supermercato non si ha mai una lista della spesa abbastanza corta (che poi è quella dei nostri reali consumi). Non si tratta però di una lista scritta a casa, consultando gli spazi vuoti tra il frigo e la credenza della cucina; in verità è la lista mentale che va pian piano a compilarsi mentre percorriamo le lunghe file di scaffali e adocchiamo, oltre al necessario, qualche prodotto che balza al nostro interesse.
È vero che oramai sappiamo quanti trucchi cela la strategia commerciale della grande agorà commerciale ma siamo anche consci che in qualità della cosiddetta società del benessere, acquistiamo prodotti che sono parte della nostra vita, ma di quella da consumatore di marketing più che da utente per necessità. Certo, oggigiorno, molte famiglie, per ragioni economiche, sono state ricondotte sul piano della necessità.
Fai la spesa da Conad? Ecco cosa ha scoperto l’indagine di Altroconsumo
Oggi, anche i supermercati sono andati via via diversificandosi. Addirittura, alcuni prediligono esclusivamente i prodotti biologici. In generale, col tempo è aumentata l’attenzione alla qualità, grazie principalmente ad una più acuta scelta dei clienti, invertendo le scelte di fornitura nelle merci. Un po’ tutti scelgono di ricorrere a frequenti giornate o settimane di offerte.
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Quello dell’offerta si presenta come un modo per farsi il carico senza scaricare le riserve del portafoglio, sebbene si conosca diffusamente il vantaggio che ne trae un supermercato. In ogni caso, il rischio odierno di diminuzione del potere d’acquisto e le oggettive difficoltà di alcuni nuclei ha reperire quanto serve in base alle proprie entrate, hanno spaccato in due l’opzione di alcune catene di tagliare i prezzi rispetto ad altre.
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Secondo l’indagine di Altroconsumo, non hanno avuto dubbi taluni marchi della grande distribuzione, come ad esempio Conad: si registra infatti un aumento del 2 per cento sui prezzi dei beni di consumo, rendendolo assi meno vantaggioso sia sui prodotti alimentari che sui prodotti per la cura della casa, per l’igiene personale, per la cura degli animali. Quasi un paradosso quello della percentuale: la medesima che tramite l’ISTAT sta rivalutando i supporti economici degli italiani.