Il decreto Aiuti-ter riconosce un contributo straordinario agli esercenti per le bollette energetiche dei prossimi due mesi
Il decreto aiuti-ter è stato l’ultimo provvedimento del governo uscente. A partire dalla fine di ottobre, infatti, l’Italia avrà un nuovo parlamento e un conseguente esecutivo. L’ultimo decreto si è reso necessario per prevedere ulteriori aiuti in vista dell’ultimo periodo dell’anno in cui i costi delle bollette sono previsti in aumento.
Infatti l’Arera ha comunicato l’aumento del costo dell’energia elettrica del 59% rispetto alle tariffe già molto care del terzo trimestre. Il decreto Aiuti-ter prevede una serie di aiuti a famiglie a basso reddito, e imprese. Per quanto riguarda le imprese di piccole dimensioni come bar e ristoranti il decreto ha previsto un bonus.
Caro energia, cosa si propone per le piccole attività
In realtà, si tratta di un credito di imposta che per i prossimi due mesi, ossia ottobre e novembre, viene allargato al 30% del costo sostenuto per l’energia. Si tratta di crediti d’imposta che potranno essere utilizzati in compensazione e non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini Ires, Irpef e alla base imponibile Irap.
Leggi anche: Bonus 150 euro, lo riceverà anche chi ha la Naspi?
Inoltre, questi crediti d’imposta sono cedibili, ma solo per intero, a soggetti terzi compresi istituti di credito e intermediari finanziari. Per la cessione a terzi, però, è necessario il visto di conformità. La misura dei crediti d’imposta viene accompagnata poi dalla possibilità per tutte le imprese italiane di chiedere un finanziamento a tasso agevolato, sul valore dei Btp, e con garanzia statale.
Leggi anche: Bonus 200 euro autonomi, l’errore da evitare: blocca tutto
Per le imprese questo provvedimento è visto come un contentino. Gli imprenditori attendono dal nuovo governo interventi più incisivi. La Germania è intervenuta massicciamente con un investimento di 200 miliardi a copertura degli aumenti delle bollette energetiche. L’intervento della Germania esclude, quindi, un’iniziativa comune che divide, per la prima volta, il fronte europeo sulle questioni che riguardano, anche se indirettamente, la guerra in Ucraina.