Talvolta la responsabilità di garantire il vincolo di accesso è tutta a carico delle amministrazioni; come in questo caso. Cosa è successo
Le grandi città italiane raccolgono notoriamente un coacervo di tipologie di inquinamento: i primi che vengono in mente sono l’inquinamento da gas di scarico e l’inquinamento acustico. Entrambi sottolineano le criticità dei moderni centri urbani, dove l’alta densità abitativa affianca la consequenziale presenza massiccia di veicoli di proprietà, a quattro e due ruote.
In particolare, le città di interesse storico – le città d’arte – debbono affrontare un intrinseco punto di forza quanto di debolezza: la presenza di un centro storico. In fondo, si tratta della “chiave del successo” quando sussiste la vocazione turistica. Pertanto, le amministrazioni locali detengono la responsabilità di tutela del loro patrimonio storico ed artistico, tenendolo il più possibile lontano dalle cause dell’inquinamento dell’aria.
Multa da ZTL: quando il tribunale la annulla
La causa più ovvia di tale inquinamento è costituita dal traffico automobilistico che satura la salubrità dell’aria. Quindi, si parla di un fattore legato alla convivenza di un ambiente; per non parlare del rischio di intaccare l’integrità di antiche mura e di vecchie e suggestive facciate. Da diversi anni, i Comuni hanno avviato molteplici provvedimenti volti al miglioramento della vita nelle aree più importanti della città.
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Il subentro di una sensibilità ha portato a ridurre il traffico locale incentivando il trasporto pubblico, oppure favorendo l’accesso alle aree più tutelate ai soli mezzi a trazione elettrica. La modalità utilizzata per chiudere le aree del centro storico ai veicoli più inquinanti è data dall’individuazione delle cosiddette zone a traffico limitato (ZTL). Generalmente, l’ingresso durante le fasce orarie di attivazione è consentito ai soli veicoli pubblici o ai mezzi ecologici.
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Tra gli automobilisti, c’è sempre chi più o meno inconsapevolmente incappa nelle ore di divieto d’accesso, passando tra gli ingressi monitorati dalle telecamere: la targa viene registrata e non passerà molto tempo di recapitare il verbale sanzionatorio. Solo dopo, però, ci si accorge che le multe elevate non fanno distinguo: come nel caso dei veicoli per il trasporto disabili. Non solo, come in una vicenda del 2017, il Tribunale di Milano ha dovuto invalidare la multa perché dalle foto delle videocamere di sorveglianza non era chiaro l’esatto punto d’accesso alla ZTL; in caso di dubbio, una ragione in più per fare ricorso.