Ecco come si comporta la società erogatrice nei confronti di coloro che non riescono più ad adempiere ai pagamenti delle utenze. I dettagli
In questo momento storico, il vecchio continente non è soltanto afflitto da una gravissima crisi internazionale, senza precedenti a partire dal secondo dopoguerra; ma è anche il terreno di scontro dove l’energia è divenuta oggetto di una contesa geopolitica talmente complessa da risvegliare il tetro orizzonte del rischio nucleare. Al contempo, i cittadini europei hanno scoperto tutto il peso della dipendenza energetica e non solo.
L’approvvigionamento alle fonti di gas – in particolare – da parte dei Paesi comunitari stanno scarseggiando, le vecchie forniture della Russia sono per ovvie ragioni interrotte, e si cerca il gas che dovrà scaldare l’inverno europeo nelle nazioni ricche di giacimenti, come quelle del Nord Africa e gli Emirati Arabi. Intanto, quella riduzione che giunge nelle case si trasforma in un drammatico aumento delle bollette.
Già dall’inizio dell’autunno, sono state recapitate dalle famiglie e dalle imprese italiane fatture dell’energia sostanzialmente quintuplicate e per l’inverno si attende una tragica decuplicazione degli importi. Gli effetti dei costi si sono rivelati immediatamente nel tessuto delle attività economiche, dove non pochi esercizi commerciali e ditte stanno chiudendo i battenti dopo il bavaglio nell’ottenimento di prezzi competitivi.
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Come è immaginabile, anche in ambito domestico, le condizioni sono altrettanto gravi tali da mettere in crisi la tenuta economica di una famiglia. Fino all’estrema istanza: non riuscire a pagare le bollette. Per il terzo trimestre 2022, il Governo ha approntato un decreto che prevede l’annullamento degli oneri generali di sistema sull’energia elettrica, nonché la riduzione dell’iva al 5 per cento sul gas.
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In prima istanza il superamento della data di scadenza relativa al pagamento comporta un successivo sollecito. Se persiste l’inadempienza, segue una raccomandata che indica il termine ultimo di pagamento, pena la sospensione della fornitura: esso è superiore a 20 giorni dall’emissione della raccomandata; a 15 giorni dall’invio della raccomandata. Oltre il termine, il fornitore invia al distributore la richiesta di sospensione. Non prima, però, di un’eventuale riduzione della potenza (se consentita dal contatore) pari al 15 per cento. Dopo la sospensione, la riattivazione dell’utenza comporta il pagamento di un contributo fisso pari a 25,20 euro, più oneri amministrativi per 23 euro.