Confartigianato spiega perché in Italia i rincari per le bollette sono maggiori della media europea. I piani energetici
La crisi energetica ormai da tempo è in cima alla lista degli interessi dei cittadini. Soprattutto perché la conseguenza è un rincaro delle bollette senza precedenti. Sia sul mercato tutelato che su quello libero. Gli unici che per il momento sono più tranquilli sono i clienti a tariffa fissa. Nonostante ciò queste promozioni hanno una data di scadenza, superata la quale, i costi verranno aggiornati a quelli di mercato.
Una ricerca Eurostat analizzata da Confartigianato, mostra come in Italia gli aumenti sono di 24,5 punti in più rispetto alla media del 51,9% in Ue. Quindi pari al 76,4% in più. Quali sono le motivazioni reali per cui in Italia il caro bollette è molto più penalizzante che in altri Paesi europei? Gli analisti tentano delle ipotesi, molto vicine al reale. Il problema italiano è strutturale, e le origini sono nel passato.
Caro bollette, perché in Italia si paga di più
Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato, nel Report “Imprese in trincea nella guerra dell’energia”, ha spiegato che gli aumenti dell’energia, e dunque dell’auto, sono stati determinati “dalle forti turbolenze sui mercati energetici – avviate nel 2021 e amplificate dopo l’invasione dell’Ucraina – con le tendenze dei prezzi all’ingrosso e al consumo, del mix di generazione elettrica, della tassazione energetica e della ricomposizione dei flussi di importazioni a seguito dell’invasione dell’Ucraina“.
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Gli fa eco, con declinazioni leggermente diverse, Bruno Panieri, direttore delle Politiche economiche di Confartigianato, in un’intervista a Repubblica. Le motivazioni sono di origine “strutturale. Da noi il costo di gas ed elettricità tende da sempre a essere molto alto a causa del mix produttivo e del fatto che un vero e proprio piano energetico non è mai stato portato a compimento“.
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Tutta questa situazione dunque si deve alle politiche errate del passato e del presente. Finché non si riuscirà a programmare una risoluzione per la crisi energetica in maniera organica, la penuria di impianti e di mix produttivi sarà un’impedimento ad una vera e propria transizione energetica, l’unica che può essere sostenibile, sia da un punto di vista ambientale che economico.